L’ottimismo del governo dell’irrealtà

Marco Zucchetti

Sarà che a primavera tornano le rondini, love is in the air e non può piovere per sempre, ma qui il governo del cambiamento cambia faccia.

E dopo anni a parlare alla pancia della gente, ora fa appello all’ottimismo a cuore aperto.

«Abbiamo abolito la povertà» (Di Maio), «ci sarà un nuovo boom economico» (Di Maio bis), «il 2019 sarà un anno bellissimo con una crescita incredibile» (Conte). Una ventata di pensiero positivo che ha avuto il suo apice venerdì a Otto e mezzo, quando la ministra Trenta, messa di fronte al sospetto che recessione, spread e calo degli occupati non fossero proprio buoni auspici, ha risposto: «L’ottimismo è il sapore della vita». Voilà, una frase di Tonino Guerra (d’altronde è ministro della Difesa…) e dall’agenda di governo si passa alla Smemoranda di governo, dai ddl ai decreti da Bacio Perugina. Crolla tutto, ma noi sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male a Conte e al Viminale, diventan tristi se noi piangiam.

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