La deriva non vista del Paese
Non credo che ci siano altri Paesi in Europa dove un autorevole perché popolarissimo rappresentante del partito di maggioranza e di governo (sto parlando di Alessandro Di Battista) possa tranquillamente sostenere che «Trump in politica estera è il miglior presidente degli Usa incluso quel golpista di Obama», o che in Venezuela l’Italia non debba schierarsi con l’opposizione a un caudillo sciagurato il quale ha costretto all’esilio più di tre milioni di persone, ne ha arrestate migliaia, uccise a centinaia e sta portando la sua nazione alla rovina economica.
Né c’è un altro posto, direi, dove mentre tutti gli indici volgono al negativo indicando un futuro da sviluppo zero le autorità di governo dichiarino che no, non è vero nulla, tutto va per il meglio, e anzi siamo alla vigilia di una notevole ripresa. In Italia invece tutto ciò non solo è possibile ma sta diventando quasi la norma. Se ne fa di solito colpa alla politica, in specie ai 5 Stelle. E di fatto le sciocchezze di cui sopra sono uscite dalla loro bocca, sono loro i principali protagonisti di quella che si può definire l’irresponsabilità politica, della quale ha già detto tutto ieri su queste colonne Maurizio Ferrera. Il guaio è che tale irresponsabilità politica è lo specchio di qualcosa di più vasto, di un’irresponsabilità diciamo così sociale (e vorrei aggiungere etica) che ormai nel nostro Paese sta conoscendo una diffusione a macchia d’olio. Certo, per una parte importante essa è ripresa e quindi rilanciata e amplificata dalla politica.
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