Sci, Mondiali di Are: Paris oro in superG, quarto Innerhofer
Per l’Italia c’è anche Christof Innerhofer ottimo (e amaro?) quarto a 0.35: il Winnerhofer di Garmisch 2011 (3 medaglie tra cui l’oro in superG, l’ultimo per la nazionale), è deluso a metà: “Fare quarto è come fare ventesimo. Purtroppo contano solo le medaglie ma a volte bisogna fare un quarto posto per vincere”. Mattia Casse è 8° (a 0.50) mentre Matteo Marsaglia finisce fuori.
P er l’Italia c’è soprattutto la rottura di un digiuno che per i maschi jet durava da due mondiali (zero titoli sia a St. Moritz 2017 che a Beaver Creek 2015). In quello precedente, a Schladming, Paris vinse l’argento in discesa. Ed è anche, appunto, il primo titolo da quello vinto a Garmisch 2011 da Innerhofer. La medaglia più bella torna in Italia col ragazzo da sempre promesso ma che, a parte i risultati eccellenti sulle sue piste preferite, soprattutto Kitzbuehel e Bormio, non aveva mai dimostrato la continuità e la determinazione di questa stagione: in coppa del mondo ha già collezionato 6 podi compresi tre successi (sulla Streif di Kitz e a Bormio, appunto). “E’ davvero un anno magico. Dopo i successi in coppa, in questa gara non avevo punti di riferimento e al traguardo non ero certo della bontà della mia gara. Sono andato a tutto gas ma, nella parte finale, ho dovuto correggere, perdendo tempo e velocità. Poi è stata una lunga attesa per vedere se qualcuno sarebbe stato più bravo di me”.
Non c’è stato. “Il sogno delle medaglie c’è sempre, ultimamente non ci ero riuscito. A Schladming (nel 2013, ndr) ho fatto argento, questo oro mi dà tanto. Sono riuscito a trovare il feeling giusto. Non è finita qui? Abbiamo iniziato bene, ieri è andata bene con Sofia e anche oggi. Speriamo di continuare così”.
Su un tracciato partito regolarmente dall’alto dei suoi 1033 metri (a differenza della gara femminile)), a -16 gradi, disegnato dal norvegese Nydegger che però non ha favorito i vichinghi compreso il 36enne e 8 volte medagliato ai campionati Aksel Svindal (16°) che ha già annunciato l’addio dopo i Mondiali, Domme com’è detto per la sua stazza da 100 chili ha portato giù tutto il peso di un anno magico. E dire che, come molti altri atleti, ha passato una vigilia che ha definito “non normale” dopo aver viaggiato per 24 ore per raggiungere la Svezia: i bagagli con tutte le attrezzature sono arrivati in ritardo, il che ha impedito a lui e agli altri di fare sciate con i propri materiali. La prova di discesa annullata per tutti, vista la stanchezza per l’odissea vissuta: “Sono arrivato qui senza fermarmi un giorno, sono partito da Innsbruck e siamo stati fortunati io e Feuz a beccare l’ultimo volo per Oestersund. Normale non lo è stata la vigilia, domenica non ho fatto nulla perché non avevo il materiale, ma sono comunque tranquillo” ha detto Paris prima della gara. La forza tranquilla, si è vista dopo.
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