Il danno di navigare a vista
In una sola settimana abbiamo aperto una crisi diplomatica con la Francia e abbiamo rotto la solidarietà atlantica sul Venezuela. Che cosa sta succedendo all’Italia? Dove stiamo andando? Se lo chiedono in tanti, anche all’estero. La verità è che non lo sappiamo. Tutto avviene quasi per caso, senza che sia possibile intravedere una strategia. L’economia va male, non nascono più bambini, litighiamo con i vicini, ma la politica naviga a vista. Come finirà è un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma, avrebbe detto Churchill.
I due alleati di governo non sono affatto alleati. Ma non possono non esserlo fino alle prossime elezioni europee. La cosa paradossale è che questa impossibilità di fare la crisi non ci dà stabilità e tranquillità, come dovrebbe, ma al contrario liti e rinvii. Proprio perché Di Maio e Salvini sanno di non potersi fare davvero male da qui a maggio, se le menano di santa ragione. Ai loro elettori sembra pugilato, ma invece è wrestling. I Cinquestelle praticano poi anche un gioco da esportazione, si chiama «spezziamo le reni alla Francia», e non si sa se ridere o se piangere quando lo si vede praticato con tanta improvvisazione e noncuranza per l’interesse nazionale.
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