Tra muscoli e debolezza

Passando le Alpi, non c’è dubbio che il presidente francese abbia dimostrato una caratura personale modesta, e nei nostri confronti una considerazione e una disponibilità sotto zero. Persino peggiore di quella che non ci siamo guadagnati. La sua «nuova Europa» non ci prende in considerazione, le sue frontiere sono sempre chiuse, i suoi gendarmi sconfinano sul nostro territorio come nei giardini del Luxembourg.

Insomma, se tutte le volte che ha compiuto un gesto ostile verso l’Italia avessimo dovuto richiamare l’ambasciatore, quel pover’uomo avrebbe fatto una vita da pendolare. Intendiamoci, bisogna inquadrare il tutto nei nervi a fior di pelle di una vigilia elettorale al calor bianco (le europee di maggio) e nelle difficoltà che i due governi hanno in patria. Detto questo, però, prove di forza così tra Italia e Francia non dovrebbero mai esistere. E se esistono è perché sono l’incontro di due debolezze. Quello che passa ora il convento. Comunque, tranquilli, tutto si appianerà. L’ambasciatore tornerà a Roma e Di Battista a Parigi. Per restarci, speriamo, il più a lungo possibile.

QN.NET

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