Scoppia la faida nel M5s sull’immunità a Salvini

Patricia Tagliaferri

Più di una spina nel fianco. Per i Cinque Stelle il caso Diciotti, in assenza di una chiara indicazione di voto da parte del leader Luigi Di Maio, sta assumendo i contorni di una faida interna.

Del resto quello dell’immunità è un tema cruciale per i pentastellati e un eventuale no alla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sarebbe per molti, soprattutto per l’ala ortodossa, un tradimento ai valori fondanti del Movimento.

È così che la pensa Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, rappresentante di quella parte del M5s che non vuole cedere ai compromessi e che non vede di buon occhio chi, tra i colleghi grillini, tifa per il no all’autorizzazione. C’è aria di resa dei conti e il suo pensiero ha suscitato più di una polemica, tanto da spingere i dem ad esprimergli solidarietà per essere finito lui sotto processo al posto di Salvini. Nelle parole del senatore pentastellato Michele Giarrusso, capogruppo della Giunta per le immunità, si intravede addirittura una velata minaccia nei confronti della posizione intransigente del presidente della Commissione antimafia: «Ognuno ritiene quello che crede su questa vicenda e se ne assumerà la responsabilità».

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