Il Nord svuota la Scuola: via 8 miliardi e 200 mila statali
di Andrea Bassi e Lorena Loiacono
ROMA La tensione sale. I sindacati sono sul piede di guerra pronti, persino, allo sciopero generale. Sul regionalismo differenziato, la richiesta di autonomia di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, la scuola è la madre di tutte le battaglie. Il Veneto, al solito, è partito lancia in resta. Vorrebbe l’en plein. Spostare da Roma a Venezia il controllo di tutto il personale che lavora nell’istruzione, più di 70 mila persone presenti nella Regione. Il ministero dell’Istruzione ne uscirebbe fortemente depotenziato. E a rischio, hanno fatto notare Cgil, Cisl e Uil, che hanno scritto una dura lettera al premier Giuseppe Conte, ci sarebbe anche il rispetto della Costituzione. Così le richieste potrebbero essere ammorbidite. Le Regioni, nella nuova proposta di autonomia, potrebbero chiedere il controllo solo dei nuovi assunti e di poter firmare contratti integrativi regionali, ma fermo restando che il pagamento degli stipendi sia spostato dal ministero verso le Regioni. Il risultato non cambierebbe. Se Lombardia e Veneto percorressero questa strada, passerebbero di mano 8 miliardi di spesa pubblica: 2,7 per la Regione guidata da Luca Zaia e 5,3 miliardi per quella di Attilio Fontana.
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