Crisi rifiuti, terremoto a Roma: Raggi perde un altro assessore
di Stefania Piras
ROMA Quando l’assessore all’Ambiente del Campidoglio Pinuccia Montanari annuncia le dimissioni irrevocabili scatta la telefonata al capo politico Luigi Di Maio. Certo, non ci voleva la notizia dell’ennesima testa della giunta Raggi che rotola in piena campagna elettorale alla vigilia del voto in Abruzzo. Ma il vicepremier è informato, sa che il settore rifiuti nella capitale è in tremendo affanno e che c’è bisogno di una svolta che Montanari, in guerra con l’assessore Gianni Lemmetti, non può più assicurare.
L’ASSENSO
E quindi quando gli comunicano delle dimissioni dell’assessore portato a Roma da Beppe Grillo, Di Maio dà il suo assenso, la copertura politica a Virginia e passa la palla al deputato romano Francesco Silvestri: «Chiamate lui», dice ai suoi.
Silvestri sa che Montanari balla da tempo e dice con tono liberatorio: «Vogliamo bene a Pinuccia ma la città soffre e non può permettersi di galleggiare. Se le due strade dovevano dividersi meglio ora che dopo». Si volta pagina anche se il futuro dell’azienda è tutto da scrivere. Da undici mesi il Campidoglio boccia sistematicamente il bilancio 2017 della più grande municipalizzata dei rifiuti di cui è unico cliente e socio. E tra l’idealista Montanari e il pragmatico Lemmetti, che a Livorno con Aamps e poi a Roma con Atac, non ha avuto paura di premere il pulsante «fallimento pilotato», il M5S sceglie il secondo. Anche a costo di scontrarsi con altre turbolenze in città: i sindacati usano apertamente la parola «sciopero» in un contesto già abbastanza difficoltoso sul piano della raccolta dell’immondizia e della pulizia della città.
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