Elezioni regionali in Abruzzo, test per le alleanze

Il centrodestra ha improntato una campagna di risulta rispetto ai temi nazionali: il candidato governatore è di Fd’I, quindi la Meloni tiene molto al suo risultato, Salvini viene in Abruzzo un giorno sì e l’altro pure da settimane, e vuole una forte affermazione per la Lega; Berlusconi si è catapultato in Regione seppur in “disaccordo con Salvini che non vuole rompere con il M5S”. Ma il ‘patto dell’arrosticino’, tra i tre leader, non è stato siglato nonostante la conferenza stampa congiunta. La Marcozzi si ‘appoggia’ molto a Di Maio e ai ministri pentastellati, che stanno compiendo un tour de force tra le province abruzzesi, ma ha un radicamento suo, fatto di molte battaglie in Consiglio. È Legnini, però, la vera sorpresa. 

I candidati alla segreteria del Pd non si sono fatti vedere e Legnini ha azzeccato le liste e i suoi tanti (232) candidati, tra cui amministratori locali e sindaci stimati quanto lui. La soglia di sbarramento è al 4% e il candidato che vince godrà di un buon premio di maggioranza (almeno 17 seggi su 31).

QN.NET

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