Bombe carta e paura, gli anarchici scatenano la guerriglia a Torino

E sono quattro ore di delirio assoluto. Di sirene e uomini con caschi e scudi che corrono da tutte parti. È il fumo dei lacrimogeni sparati per tentare di disperdere non chi vuole protestare, ma quelli che cercano a tutti i costi il contatto con la polizia. Elencare tutti i fatti e gli scontri sarebbe inutile e quasi impossibile. Ma c’è un elenco di episodi che fanno impressione e che raccontano di una violenza inutile e insensata che nulla ha a che fare con la protesta. Corso San Maurizio, arriva la marea di chi cerca lo scontro. Le scritte sui bus sono scontate. Ciò che è inquietante è l’assalto ad un mezzo da parte di un gruppo con il viso coperto. Passamontagna e caschi. A bordo ci sono due donne e l’autista. È il delirio. I mascherati sfondano i vetri con le spranghe. La gente scappa. Loro devastano. Gratis. Come gratis sono le vetrine mandate in frantumi del palazzo di «Smat», la società partecipata che gestisce l’acqua potabile. Arrivano sfondano e scappano. Inseguiti da manganelli e sirene.

Volano bombe carta tra le gambe dei poliziotti e volano sanpietrini. E la risposta sono le cariche e i lacrimogeni. Che rendono l’aria irrespirabile, che fanno piangere la gente che passa, oppure che arriva quando gli scontri sono già da un’altra parte della città . È il prezzo da pagare in questa giornata di delirio. Che va in scena nella zona a cavallo tra il centro e il quartiere Vanchiglia.

«È finita la pacchia», scrive su Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Torino ostaggio di qualche centinaio di delinquenti dei centri sociali: tutto il mio supporto ai Torinesi e alle Forze dell’Ordine». La sindaca Appendino replica parlando di «episodi di violenza di una gravità inaudita». Scrive: «Quanto sta accadendo in queste ore non può essere confuso in alcun modo con l’esercizio della democrazia».

Se in via Bava la sentissero dire queste cose mentre gli anarchici saltano sulle auto e sfondano i parabrezza per il gusto di farlo allora ci sarebbero per lei applausi pubblici. Ma in strada, quando è finita la buriana, la gente protesta. Contro gli anarchici e contro la sua maggioranza. Che oggi non sfila con chi protesta. Si appalesa soltanto una ex Cinquestelle, la Montalbano, che difende l’Asilo: «Altro che sgombero, bisognava dialogare con questi. E di politico in strada ci sono soltanto io. Mi sentiranno lunedì in Consiglio».

E mentre lei difende chi sfonda vetrine e auto in via Bava e via Artisti bruciano cassonetti e saltano vetri. E la polizia alla fine riesce a placcarne e bloccarne una dozzina. Manette e tutti seduti a terra. Per loro la guerra stasera è finita. Anzi finirà in questura. Per gli altri, invece,m c’è la fuga verso piazza Santa Giulia.

Quando nei locali della movida inizia ad esserci super affollamento la giornata è finita. Per ora. Dodici arresti. Un manifestante in ospedale in «codice giallo» come dicono quelli del 118.Un manipolo di poliziotti anch’essi in pronto soccorso a farsi medicare. È finita, per ora, ma la notte rischia di essere una altro momento di delirio. L’Asilo non sarà preso. Perché la Questura lo difende. Come Fort Knox.

LA STAMPA

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