Lo “scippo” dei beni culturali: così lo Stato perde i suoi tesori
Ma con la cultura si mangia eccome (contravvenendo ad un vecchio adagio oramai considerato stantio), e il patrimonio museale smuove milioni di euro su cui i governatori vogliono avere l’ultima parola. In ballo, numeri alla mano, c’è il complesso di musei statali della Lombardia che nel 2017 – i dati del 2018 non sono stati ancora resi pubblici dal Mibac – ha collezionato oltre un milione e ottocentomila persone paganti con un incasso netto di quasi 8,2 milioni di euro. Il Veneto, dal canto suo, ha calamitato quasi 1,1 milioni di visitatori con due milioni e mezzo di euro netti. Come spiegano le bozze, allora, le regioni guidate da Attilio Fontana e Luca Zaia hanno chiesto che vengano acquisite al loro demanio «la potestà legislativa, e le funzioni amministrative in materia di valorizzazione» di una serie di luoghi e istituti che rientrano sotto l’egida del Ministero dei Beni culturali.
LE SOPRINTENDENZE
Uno scippo per il quale viene
anche richiesta «l’attribuzione delle relative risorse umane,
finanziarie, e strumentali», oltre – si badi bene – alla funzione
tecnica delle soprintendenze sul territorio. E se minori saranno le
risorse e i ruoli professionali che rimarranno “attivi” nella cabina di
regia romana, ecco che il ministero potrebbe essere «ridimensionato».
Nelle bozze dell’accordo con la Lombardia, spicca una lunga golden list
di istituti culturali che Fontana vorrebbe accogliere sotto la propria
ala. Nomi di spicco. Come il Cenacolo Vinciano di Milano, che
nell’anniversario dei 500 anni dalla morte di Leonardo sta per
diventare il monumento icona. Secondo i dati dell’ufficio statistico
del Mibac, s’è piazzato al 16esimo posto nella classifica dei trenta
musei italiani più visitati nel 2017, con quasi 417mila ingressi e un
incasso netto di 3,1 milioni. Lo segue la Pinacoteca di Brera, con
365mila visitatori e oltre 1,7 milioni di euro netti finiti nella casse
del museo diretto dal canadese James Bradburne. Una gestione autonoma,
quella della casa del Cristo morto di Mantegna, che dovrebbe cambiare
interlocutore politico. In tutto, sono 24 le realtà su cui punta la
Lombardia a macchia d’olio. Dal Palazzo Ducale di Mantova, 22esimo
nella top list con 324mila ingressi e 1,7 milioni di introiti
(anch’esso autonomo con l’austriaco Peter Assmann), al Castello
Scaligero di Sirmione, con 297mila visitatori e oltre 1 milione di
incassi, fino al circuito delle Grotte di Catullo che hanno fruttato
616mila euro netti nel 2017.
LE OPERE ALL’ESTERO
Inoltre, le mire del Veneto si estendono a tutti i beni immobili e mobili del territorio regionale, richiedendone la competenza legislativa in materia amministrativa, di tutela e valorizzazione, nonché la disciplina su tutto il patrimonio culturale di origine veneta presente all’estero. Dal Museo Archeologico di Venezia, visitato da 344mila persone, alla Galleria dell’Accademia, il 23esimo museo più visitato d’Italia con 317mila persone e incassi per quasi 1,7 milioni. Se la cultura fa girare l’autonomia.
IL MESSAGGERO
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