La legge del vincitore
E, dunque, c’è poco da meravigliarsi che Di Maio appaia come un pugile suonato, incapace di reagire. Mentre il vice-premier leghista faccia sentire, attraverso i suoi, il pugno di ferro del vincitore.
Insomma, Salvini può anche mostrarsi generoso e far finta di niente, ma i fatti e la realtà si stanno incaricando di mettere sempre di più Lega e 5 Stelle gli uni contro gli altri. Una dinamica competitiva che i prossimi appuntamenti elettorali, a cominciare dal voto in Sardegna il 24 febbraio, finiranno per rendere anche più lacerante e, in questo senso, più distruttiva per le sorti del Movimento e forse dello stesso governo. Perché, comunque la si metta, questi mesi di maggioranza giallo-verde hanno dimostrato che la Lega si muove comunque come una falange macedone organizzata per obiettivi, mentre i 5 Stelle procedono come un’armata Brancaleone solo apparentemente tenuta insieme da una regìa unica.
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