Con una bugia chiudono l’Italia

Alessandro Sallusti

La Tav non si farà, almeno con questo governo ed è questo un motivo in più per cambiarlo prima possibile.

Lo stop definitivo e ufficiale è arrivato ieri per bocca di un assicuratore di Cremona diventato per caso ministro delle Infrastrutture, il mitico Danilo Toninelli – uno che potrebbe risultare negativo al test sul quoziente intellettivo – che di tunnel non se ne intende a tal punto di avere sostenuto l’esistenza di uno di essi sotto il Brennero, che ancora non esiste.

A bloccare la più grande opera in cantiere è stata una commissione insediata dai Cinque stelle composta a maggioranza – e qui sta la prima truffa – da esperti che in passato si erano dichiarati apertamente «no Tav» in base a calcoli che dimostrerebbero la non economicità del progetto. Per fare tornare i conti con la loro tesi questi geni hanno imputato ai costi – seconda truffa – anche i minori introiti per lo Stato per la diminuzione di entrate fiscali che comporterebbe, grazie al fatto che milioni di tir viaggerebbero su rotaia invece che su gomma, la mancata vendita di carburante e ticket autostradali.

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