Ferrara, la rivolta degli immigrati. Esercito in strada: “È una guerra”

I fatti. Ieri sera intorno alle 21 un nigeriano viene investito da un’auto in via Po. Secondo le prime ricostruzioni, l’immigrato sarebbe finito sotto un’auto durante un inseguimento da parte delle forze dell’ordine. Le notizie, non confermate, della sua morte all’ospedale di Cona circolano tra i nigeriani ed agitano la folla di stranieri. Le bande si riuniscono e ne nasce una rivolta feroce. Sono a decine. Gli immigrati rovesciano i cassonetti in strada, urlano, minacciano. Intervengono pattuglie dei carabinieri da tutta la provincia di Ferrara. L’atmosfera è esplosiva. In strada arriva anche l’esercito per evitare il peggio. È una guerriglia.

I militari, in contatto con l’ospedale, continuavano a smentire il decesso del connazionale dei rivoltosi. Inutilmente. “Ci siamo trovati faccia a faccia con circa 100 nigeriani, non è stato facile”, racconta Nicola Lodi, vulcanico esponente della Lega ferrarese. “Ci hanno accerchiato e minacciato – racconta – e il messaggio è questo: se il ragazzo investito è morto, domani succederà la guerra a Ferrara. Farete una brutta fine”. La polveriera è pronta ad esplodere.

“Due carabinieri – continua Lodi – sono riusciti a tranquillizzare un nigeriano che voleva aggredirli. Non lo hanno ammanettato né portato via perché c’erano delle bande nascoste in questa zona, pronte ad aggredire tutti: polizia, carabinieri, esercito”. Non è un caso se anche Matteo Salvini ha deciso di intervenire sul Gad. “Roba da matti – commenta il ministro dell’Interno – Grazie alle Forze dell’Ordine. Sarò presto in città per mettere un po’ di cose a posto”.

IL GIORNALE

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