O la sedia o la faccia

Il nostro parere sulla questione è chiaro fin dall’inizio di questa farsa giudiziaria: il blocco della Diciotti – una nave da guerra italiana – nel porto siciliano è stato un atto inutile, per certi versi imbarazzante, ma politicamente legittimo. Se qualche Azzeccagarbugli di Magistratura democratica (la corrente dei giudici famosa con il nome di «toghe rosse») vuole montarci sopra un caso giudiziario si accomodi, ma sappia che il danno all’Italia è ben superiore a quello che vorrebbe punire.

Il caso politico semmai è un altro. Come faranno ora Di Maio e soci a sottrarsi a uno dei loro stupidi principi fondanti, quello della supremazia assoluta dell’azione giudiziaria sulla politica? Se fino a ieri l’altro il problema era se salvare o no l’alleato Salvini, da oggi la cosa si complica perché si tratta di sottrarre anche se stessi dall’azione giudiziaria, cioè negare l’essenza stessa dei Cinque stelle. Dall’ipocrita referendum indetto sulla loro piattaforma online tra i simpatizzanti grillini uscirà domani la risposta al quesito: «Stiamo con i giudici o stiamo con la casta, cioè anche con noi?». L’esito è scontato, non perché lo conosciamo ma perché sarà quello che hanno già deciso Di Maio e soci in quanto nulla è più manipolabile di un referendum indetto in rete da un soggetto privato come è la Casaleggio Associati padrona del sito.

Forza Di Maio, domani sapremo con chi stai e in ogni caso auguri, devi scegliere tra salvare il tuo governo o la tua faccia. Noi siamo neutri, entrambi non ci piacciono.

IL GIORNALE

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