Primarie Pd, Zingaretti: “In caso di crisi, chiederò il voto anticipato”. I candidati in tv divisi su passato e alleanze

l conto alla rovescia è quasi finito, dopo un lunghissimo iter congressuale. A due settimane dalle primarie del 3 marzo, i candidati rimasti in corsa – Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti – si sfidano, ma a distanza, nello studio di “Mezz’ora in più“, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata. Ospiti in studio, uno dopo l’altro. Nessuno affonda i colpi, qualche scintilla solo sul rapporto con Matteo Renzi, convitato di pietra, e con i possibili alleati con cui presentarsi alle urne. Lo stesso Renzi, ospite di Fazio a Che tempo che fa, nega di vole fondare un nuovo partito. Ma ammette di aver avuto la tentazione di farlo due volte: quando perse le primarie contro Bersani con il 40% dei voti e quando prese il 40% alle Europee del 2014.  Mentre esplodono le convulsioni della maggioranza. E Zingaretti dice: “Se dovessi diventare segretario, in caso di crisi di governo chiederei il voto anticipato”. 

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Approfondimento

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di GIOVANNA CASADIO


Responsabilità della sconfitta

Roberto Giachetti è il più polemico. Si lamenta per il mancato confronto diretto, dice di essere stato oscurato dai media: “Nell’ultimo mese e mezzo io sono stato cancellato da tutte le tv e le rubriche”. Sulle ragioni della sconfitta, dice che la sinistra ha sofferto di un “contesto internazionale” e che la campagna elettorale è stata fondata sulla propaganda. Ma soprattutto se la prende con le divisioni interne che hanno colpito Matteo Renzi.

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