L’accusa ai Renzi: coop finte coi parenti
Sarà disinnescando conversazioni come questa, che i genitori dell’ex premier dovranno cominciare la loro controffensiva. Già dall’interrogatorio di garanzia davanti al gip Angela Fantechi, in programma lunedì.
Il loro legale, Federico Bagattini, annuncia che i suoi clienti sono intenzionati a rispondere. All’esito dell’interrogatorio, sarà valutata anche l’opzione del tribunale del Riesame, per sperare nella revoca del provvedimento che dalla serata di lunedì, confina Tiziano Renzi e Laura Bovoli agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta e false fatture (anche intestate a ditte pakistane).
A qualcuno, sorprendono i tempi dei provvedimenti. Il pm Luca Turco, titolare del fascicolo sulla Marmodiv – su cui pende una richiesta di fallimento dinanzi al tribunale, con ulteriori tre indagati che fanno salire il computo totale a 18 – aveva chiesto l’arresto dei Renzi (ed il carcere per Mariano Massone) il 26 ottobre dell’anno scorso. Il giudice ha dato l’ok alle misure (domiciliari per tutti) il 13 febbraio. L’operazione è scattata cinque giorni dopo. «C’è un termine solitamente più breve tra la firma e l’esecuzione, ma da qui ce ne corre dall’immaginare condotte maliziose», taglia corto il difensore dei Renzi.
Sotto la lente d’ingrandimento, c’è anche il vortice di nomi e nomine delle cooperative create «affinché Eventi6 (con un volume d’affari moltiplicato da 1 a 7 milioni) potesse avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali». Società sistematicamente avviate alla bancarotta, costituite inizialmente grazie al contributo, anche inconsapevole, di amici e parenti, pescati soprattutto nel «cerchio magico» di Rignano: l’autista del camper di Renzi alle primarie, Roberto «Billi» Bargilli e la moglie, Laura Pratellesi; un’amica di famiglia come Lilian Mammoliti o la nipote dei Renzi, Cristiana Carabot. Formalmente, quest’ultima, partecipò con il versamento della quasi metà del capitale sociale di 30mila euro della Delivery, nel 2009, ma lei, ai finanzieri, ha detto di non aver mai fatto l’amministratrice e nemmeno di ricordare chi la portò dal notaio.
LA NAZIONE
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