Da un errore all’altro
di CLAUDIO MARTELLI
E’ Salvini l’unico vincitore della partita tra politica e magistratura che si è giocata sul blocco (o sequestro) della nave Diciotti. Il conflitto vedeva schierati da una parte il ministro degli Interni dall’altra i giudici del Tribunale dei ministri. Questi volevano processare lui e lui solo per abuso di potere e per il sequestro di 177 naufraghi, ma ne sono stati impediti dalla manovra politica messa in campo da Salvini o forse, soprattutto, dalle menti più acute dei suoi alleati 5 Stelle.
La legittima richiesta dei giudici aveva come destinatari la giunta e l’assemblea del Senato ma è stata intercettata dal governo, che si è assunto la responsabilità di aver trattenuto a bordo di una nave militare italiana decine di profughi, anche minori, in condizioni di estrema indigenza. Non paghi di aver trasfigurato ex post il comportamento di un singolo ministro in un atto collegiale del governo, i grillini hanno poi sottoposto quell’atto a un anomalo voto di fiducia ma – attenzione – non del Parlamento bensì degli iscritti di uno dei partiti di maggioranza.
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