Da un errore all’altro
Che si trattasse di un voto politico e di fiducia al governo lo avevano reso ben chiaro gli esponenti della Lega, avvertendo che il governo Conte non sarebbe sopravvissuto se il voto avesse autorizzato i giudici a procedere. Subendo il diktat di Salvini, i 5 Stelle si sono resi responsabili di una grave distorsione della procedura che impone ai parlamentari di deliberare sulle accuse a un ministro in base alle carte dei giudici e non per pregiudiziale solidarietà al governo. Non paghi di questa manipolazione, Di Maio e il suo circo, forse temendo l’emergere in Aula tra le loro fila di voci e voti dissenzienti, hanno delegato a decidere gli iscritti – cioè gli elenchi in mano alla Casaleggio – spogliando i loro parlamentari persino dalla parvenza di essere uomini liberi. Ecco un assaggio di quel vincolo di mandato – l’obbligo di votare secondo le direttive di partito – che i 5 Stelle vogliono introdurre stravolgendo la Costituzione. Dalla Sardegna dove prepara il bis dell’Abruzzo, Salvini sentitamente ringrazia.
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