Nazionalizzare Bankitalia, M5S relatore del testo della Meloni. Pd e Leu: “E’ nata una nuova maggioranza?”

Ilario Lombardo Roma

E’ nata una nuova maggioranza, allargata a Fratelli d’Italia, in nome della nazionalizzazione di Bankitalia? Se lo chiedono le opposizioni che in commissione Finanze alla Camera hanno assistito a un’insolita partnership. Il testo di legge, prima firmataria la leader di Fdi Giorgia Meloni, che prevede la nazionalizzazione completa dell’Istituto di vigilanza di Via Nazionale è arrivato avendo come relatore una deputata del M5S, Francesca Anna Ruggiero.

«Siamo meravigliati che un provvedimento così ampio e di portata così importante, venga esposto da una esponente del Movimento, proprio quel partito che già nella passata legislatura aveva presentato una proposta quasi identica. La domanda, politica, è sorta spontanea: il governo è d’accordo? Non abbiamo avuto risposta» spiega Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per il gruppo Leu. Anche il Pd, con il deputato Claudio Mancini, chiede la stessa cosa, consapevole che se dal punto di vista tecnico è una procedura possibile, dal punto di vista politico invece qualche dubbio diventa più che legittimo in un momento in cui la maggioranza gialloverde ha scatenato un assedio a Bankitalia in nome del cambiamento per scardinarne governance e presupposti di indipendenza. Il testo prevede che dal 1 marzo 2019 (ma la data è relativa) le quote di capitale di Via Nazionale possedute dai soggetti privati (le altre banche in primis) finiscano sotto il controllo del Tesoro attraverso un’acquisizione pubblica secondo il loro valore nominale.

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