Lento l’addio al nucleare. E il governo dimentica il deposito delle scorie

di LUCA IEZZI

ROMA – Procede a passo lentissimo l’addio al nucleare italiano, mentre il governo si “dimentica” del deposito nazionale delle scorie. Sogin, la società controllata dal Tesoro che sta smantellando le vecchie centrali ha presentato l’avanzamento dei lavori 2018. Risultati solidi – 80,4 milioni di attività e un utile lordo intorno ai 5 milioni – ma quel che manca è il traguardo: il deposito nazionale delle scorie radioattive.

La carta delle zone potenzialmente idonee (Cnapi) è pronta da due anni e resta chiusa nei cassetti dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente.  “Cogliamo l’occasione per invitare la politica a procedere. Nel momento in cui dovesse arrivare il nulla osta partiremmo subito, servono due anni dalla pubblicazione della Cnapi per individuare il territorio – ha ribadito l’ad Sogin Luca Desiata – siamo al limite per rispettare la data del 2025”.
Gli ha risposto a distanza il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Entro il 2025 ce la facciamo. In un anno dovremmo depositare almeno la carta che riguarda il rischio sismico”.

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