Cade anche il tabù della separazione delle carriere dei magistrati
Cade anche un altro tabù, in questo Pd di fede renziana. Quello della separazione delle carriere, la madre di tutte le battaglie di Silvio Berlusconi, perché “i magistrati dovranno entrare dal giudice bussando alla porta e dandogli del lei con il cappello in mano, proprio come fanno gli avvocati”. Parole ripetute a ogni processo, da Mills, alla frode fiscale, fino alla nipote di Mubarak, con intento punitivo verso le toghe “politicizzate”.
Adesso, in materia, è cambiata l’aria, nella settimana della grande torsione anti-giudici della politica italiana. Con Salvini che fugge dal processo sulla Diciotti e Renzi che parla di giustizia a orologeria, dopo l’arresto dei suoi genitori per bancarotta fraudolenta. Ed è cambiata soprattutto a sinistra. Ci dice Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, uno degli avvocati del Cavaliere sul filone barese dei processi: “Ho presentato proprio ieri il disegno di legge sulla separazione delle carriere in commissione Affari costituzionali. A parte i Cinque Stelle, il clima non è ostile, neanche da parte del Pd. Perché non è un provvedimento in quota opposizione, ma in quota costituzione”.
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