Manovra-bis, Juncker gelido: “Non sarà Salvini a decidere”

«Matteo Salvini non è il ministro delle Finanze». Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha liquidato così le dichiarazioni del vicepremier leghista sull’inutilità di una manovra correttiva a breve.

Tradotto dal burocratese significa che, come al solito, l’Italia è nell’occhio del ciclone a Bruxelles perché con il rallentamento dell’economia i conti pubblici 2019 possono considerarsi già fuori controllo.

È rimasto solo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a dispensare ottimismo e a ripetere le affermazioni dei due leader di maggioranza. Lo ha fatto durante il question time al Senato. «Non riteniamo necessaria alcuna manovra correttiva», ha commentato sottolineando che «peraltro abbiamo già adottato misure prudenziali che ci mettono al riparo da interventi correttivi: a garanzia degli obiettivi di finanza pubblica, la legge di Bilancio contiene misure di monitoraggio dei conti e un meccanismo di accantonamento di risorse sino a 2 miliardi». D’altronde, il governo ieri ha celebrato i dati Inps che nel 2018 hanno evidenziato un incremento del 76% delle stabilizzazioni (da tempo determinato a indeterminato) a quota 527mila. Il saldo assunzioni-cessazioni è però in lieve calo (da 466mila a 431mila) e viene il sospetto che il decreto Dignità avrà prodotto qualche assunzione a tempo indeterminato in più, ma ha soprattutto prodotto a novembre e dicembre un calo preoccupante dei contratti a termine e in somministrazione. È quindi presto per festeggiare.

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