Manovra-bis, Juncker gelido: “Non sarà Salvini a decidere”
«Non esiste una manovra correttiva: mi interessano gli italiani e non quello che dice Juncker», ha ribadito ieri Salvini dalla Sardegna. Un pizzico di cautela non avrebbe guastato. Secondo le indiscrezioni di Repubblica sul Country Report sull’Italia, che la Commissione pubblicherà a inizio marzo, l’Italia potrebbe essere oggetto di attenzioni particolari. In particolare si conferma che quota 100 fa «aumentare la spesa pensionistica e peggiorare la sostenibilità del debito», mentre il giudizio sul reddito di cittadinanza viene sospeso sebbene se ne mettano in rilievo le «difficoltà» di applicazione. A fronte di queste spese il rapporto debito/Pil potrebbe salire sopra il 132% perché «La bassa crescita e le politiche di bilancio del governo portano pressioni sul deficit». Insomma, la manovra del governo gialloverde ha reso il debito italiano «una potenziale fonte di contagio» per tutta l’Eurozona. Con queste premesse a maggio la richiesta di una manovra correttiva è da considerarsi molto più che un’ipotesi. Tanto più che la soluzione prospettata è sempre la stessa: l’introduzione di una patrimoniale per spostare il carico fiscale dalla produzione e dal lavoro alla proprietà.
Le motivazioni sono state ben spiegate dal presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, che in un’intervista al Sole 24 Ore ha sottolineato che «un peggioramento dei saldi determinato solo dalla congiuntura non produrrebbe nessun obbligo automatico di intervento» aggiungendo che «la situazione cambia se ci sono spese maggiori del previsto sul reddito di cittadinanza o su quota 100, e se i due miliardi già congelati in manovra non bastassero a coprirli». Il problema più grave è il debito: disattivare 23 miliardi di clausole in deficit porterebbe il disavanzo oltre il 3% del Pil. La soluzione? «Tagliare la spesa o rimodulare parzialmente le aliquote Iva». Tertium non datur.
IL GIORNALE
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