Renzi: “Non mollo, fiero dei miei genitori”. E il suo popolo gli chiede un nuovo partito
gabriele martini torino
Doveva essere la presentazione di un libro, è sembrata la prova generale del lancio di un nuovo partito. Matteo Renzi torna a Torino dopo che lunedì aveva cancellato all’ultimo la tappa del tour del volume «Un’altra strada». Sono passati solo quattro giorni, ma sufficienti a scuotere dalle fondamenta il mondo renziano.
È successo che a 450 chilometri dal Lingotto, in una villetta dall’intonaco rosa pallido di Rignano sull’Arno, ci sono due ingombranti genitori finiti ai domiciliari per un’oscura vicenda di cooperative fallite, contributi non pagati e fatturazioni sospette. La Procura ha chiesto e ottenuto gli arresti di babbo Tiziano e mamma Laura per il timore di inquinamento delle prove e reiterazione dei reati. «Provvedimento assurdo», tuonò a caldo l’ex premier. Che adesso prova a cavalcare la vicenda giudiziaria per tornare in campo con più forza: «Andremo a processo, non scappiamo come fa Salvini».
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