Governo fuori strada sull’auto È caos totale sugli ecobonus
E così, al caos sui controlli relativi al reddito di cittadinanza e sul monitoraggio delle spese di chi ne beneficerà da parte dello Stato, si aggiunge ora quello sugli acquisti di nuove automobili a partire da venerdì 1 marzo. È la conferma dell’abilità del Movimento 5 stelle, al quale va la paternità dei due provvedimenti, a complicare le cose e, nel caso delle automobili, a varare iniziative che non porteranno giovamenti concreti al mercato. E lo stesso vale nel momento in cui si insiste a indicare l’anidride carbonica (CO2) come gas inquinante e non climalterante.
Da tempo le associazioni di categoria chiedono interventi realmente capaci di portare allo svecchiamento del parco circolante del Paese, la cui età media è di undici anni, in questo caso con ricadute positive sulla qualità dell’aria e la sicurezza dei veicoli. Ma a prevalere è stata ancora una volta l’opzione ideologica.
Sugli ecobonus (fino a 6mila euro di incentivi per le vetture con emissioni di CO2 da 0 a 70 grammi per chilometro), visto che non c’è ancora traccia dei decreti attuativi, i concessionari sono privi della documentazione necessaria relativa al premio green.
E se un’autovettura è stata ordinata in precedenza, ma immatricolata solo dopo l’1 marzo, può beneficiare ugualmente del bonus? Ecco una delle domande che clienti e concessionari si pongono da settimane.
Ancora più complesso è il capitolo ecotassa: a versarla (l’esborso varia da 1.100 euro fino a 2.500 euro) sarà chi acquista un veicolo le cui emissioni di CO2 superano i 161 grammi per chilometro.
Innanzitutto, resta sconosciuto il fondamentale codice tributo. Anche in questo caso, chi ha ordinato la macchina a inizio anno e se la vede targare dopo venerdì prossimo, deve pagare lo stesso? L’altro nodo da sciogliere è se il malus è da considerare alla pari di una tassa di immatricolazione, simile all’Ipt, oppure alla stregua del classico bollo. Nel primo caso si avrebbe la certezza della riscossione. Nel secondo, invece, al cliente che ritira la nuova auto con emissioni di CO2 oltre i 161 grammi per chilometro, il concessionario dovrebbe limitarsi a ricordare la regolarizzazione del veicolo attraverso il pagamento del malus previsto. A quel punto, chi e come si controllerà l’avvenuto versamento dell’ecotassa?
Se per il reddito di cittadinanza già si pensa ai furbetti e a quelli che lo percepiranno nonostante svolgano lavori in nero, anche per l’ecotassa gli evasori, in mancanza di un provvedimento chiaro e blindato, non dovrebbero mancare. Per ora si naviga a vista e a suon di interpretazioni. E già si immaginano i rimbalzi di competenze e responsabilità tra il ministero dello Sviluppo economico e quello dell’Economia, con il coinvolgimento dell’Agenzia delle entrate. Confusione e mancanza di chiarezza che finiscono per penalizzare ulteriormente un mercato già in forte sofferenza e un settore tra i più tartassati in assoluto.
Nel marasma, però, sono anche i concessionari di moto e chi ha acquistato un veicolo su due ruote elettrico con potenza fino a 11 kW. Manca qualsiasi informazione sulla partenza effettiva dei bonus fino a 3mila euro.
IL GIORNALE
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