Legittima difesa, Salvini in carcere dall’imprenditore che sparò al ladro

amedeo la mattina roma

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio a Termini Imerese, per comunicare, come aveva promesso, la proroga della cassa integrazione a 600 lavoratori della Blutec (l’azienda che ha rilevato lo stabilimento ex Fiat) rimasti scoperti dallo scorso 31 dicembre. Il ministro dell’Interno entra nel carcere di Novate a Piacenza per incontrare Angelo Peveri, l’imprenditore condannato a quattro anni e sei mesi per avere sparato a un ladro che era entrato nel suo cantiere. I due vicepremier osservano a loro modo il silenzio elettorale, ma le due uscite di ieri sono servite a marcarsi a vicenda su terreni legati alle competenze del loro dicastero. Il leader della Lega, secondo l’opposizione, lo fa in maniera poco ortodossa: è pur sempre il responsabile del Viminale che incontra una persona giudicata e condannata dalla Cassazione, comunque si giudichi il gesto di Peveri. Il ministro leghista allergico alle forme anzi utilizza questo caso per mettere al centro del dibattito politico quello che sarà il suo cavallo di battaglia nella campagna elettorale per le Europee, la legittima difesa. Una legittima difesa sempre e comunque, proprio come è accaduto all’imprenditore piacentino che prima ha immobilizzato, insieme a un suo dipendente, e poi ha fatto fuoco sul ladro. Una caso limite che, appunto, la Suprema Corte non ha riconosciuto come legittima difesa.

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