Elezioni Sardegna, i risultati: al via lo spoglio, attesa per i primi dati reali

Alla chiusura delle urne, alle 22 di ieri, la Rai ha diffuso i suoi exit poll (a cura di Opinio Italia): si profila un testa a testa tra Christin Solinas (centrodestra) e Massimo Zedda (centrosinistra). La forbice delle preferenze del candidato di centrodestra oscillerebbe tra il 36,5 al 40,5%, mentre l’ex sindaco di Cagliari vede i suoi consensi oscillare tra il 35 e il 39%.

Diverso il peso del voto alle liste, dove il centrodestra unito trainato dalla Lega di Matteo Salvini è molto avanti rispetto al centrosinistra: andrebbe dal 43 al 47% contro il 27-31% del centrosinistra.

Exit poll regionali Sardegna: crollo del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle sarebbe sotto la soglia del 20%. La forbice è dal 14,5 al 18,5%. Un tracollo per il partito di Luigi Di Maio che nell’isola, alle ultime elezioni politiche, un anno fa, aveva ottenuto il 42,5% dei consensi. Con Francesco Desogus che riceve dal 13,5% al 17,5% dei consensi.

Per quanto riguarda le altre liste: Il Pd tra il 13 e il 17%, la Lega tra il 12 e il 16%, Forza Italia tra il 6 e il 10%, Fratelli D’Italia tra il 2 e il 5%.

Il dato sull’affluenza

L’affluenza complessiva alle urne è stata del 53,75% (790.347 votanti dei 1.470.401 aventi diritto), superiore dell’1,4% rispetto alle precedenti consultazioni regionali. L’affluenza più alta è stata registrata a Cagliari: sull’intero territorio comunale a urne chiuse è stata del 58,93%, quasi il 6% in più rispetto alla tornata elettorale del 2014. Nella città di Sassari ha votato il 55,38% degli aventi diritto, 60.126 elettori, a Nuoro il 47,92%, 15.001 elettori, ad Oristano il 57,01%, 15.946 elettori. È un piccolo paese dell’Oristanese, Bidonì, il comune nel quale l’affluenza registrata alle 22 è stata la più bassa dell’Isola (29,6%). Nella circoscrizione di Cagliari, invece, il numero maggiore dei votanti: Guamaggiore con il 72,9%.

Elezioni Sardegna, i precedenti: regionali, europee e politiche

Alle elezioni politiche 2018, alla Camera, il M5s aveva ottenuto il 42,5%, la Lega 10,8% mentre Fi e Pd erano appaiati al 14,8%, con Fratelli d’Italia al 4,0%.

Cinque anni fa, alle regionali 2014, era un mondo assai diverso: non erano presenti né Lega (ancora non si era espansa al centro-sud) né M5s (Grillo non aveva concesso l’uso del simbolo). Il Pd allora era al 22%, Forza Italia al 18,52, Fdi al 2,82%.

Ancora diverso il risultato delle elezioni europee. Allora il M5s fu il secondo partito, con il 30,5%, mentre nell’elezione d’oro di Matteo Renzi il Pd toccò il 38,7%. Forza Italia in quell’occasione arrivò al 16,4% e la Lega non andò oltre l’1,4%, contro il 3,5% di Fratelli d’Italia.

Gli effetti sul voto della protesta dei pastori

Nella domenica di voto non ha dato tregua la protesta dei pastori per il prezzo del latte, di cui si vedranno gli effetti a risultati definitivi. Ieri, intorno alle 8.30, a seggi aperti, un camion cisterna che trasportava è stato bloccato nei pressi di Orune (Nuoro). Nell’assalto due uomini armati hanno costretto il conducente del camion a sversare il latte sulla strada. Molti allevatori hanno restituito le schede elettorali, disertando i seggi. La vertenza sul prezzo del latte ovino è a un punto morto: l’intervento del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio aveva portato a una prima intesa, elevando il prezzo al litro dagli attuali 55 centesimi a 72. Ma i pastori hanno redatto una controproposta, chiedendo di portare subito il prezzo a 80 centesimi. Al tavolo convocato giovedì 21 al ministero, gli industriali non si sono presentati.

REP.IT

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