“Quel poliziotto razzista…”. Letta cavalca gli Oscar ​per andar contro a Salvini

Il Green Book è, dunque, un libro per la gente di colore affinché potesse sopravvivere nell’America razzista. Lo ha scritto Victor Hugo Green, ex impiegato delle poste ad Harlem, nel 1936. La prima edizione era un semplice fascicoletto di sedici pagine e copriva soltanto l’area metropolitana di New York ma già dall’anno successivo, visto il successo di vendita e le richieste, si ampliò fino a coprire tutti gli Stati Uniti, arrivando a essere composto da oltre 120 pagine nell’ultima edizione del 1966. Un libro che rappresentò un vero e proprio manuale salvavita fino all’approvazione del Civil Rights Act, la legge voluta nel 1964 da John Fitzgerald Kennedy con cui furono dichiarati illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale.

In Italia, all’indomani della notte degli Oscar, non è mancato chi nel Partito democratico accostasse il razzismo dell’America del secolo scorso alle politiche di Salvini per contrastare l’immigrazione clandestina. “Vorrei dedicare la vittoria di Green Book e Rami Malek a Salvini”, ha scritto Letta su Twitter proponendo che “la scena in cui l’italiano immigrato Tony Vallelonga si fa dare dell”italiano-mezzo negro’ dal poliziotto razzista dell’Alabama” venga proiettata in tutte le scuole del Paese. Quello che la sinistra non vede, però, sono le enormi differenze tra le due situazioni. Quello a cui Salvini sta lavorando è un Paese in cui vengano rispettato le regole, a partire da quelle che normano gli ingressi in Italia, e non certo uno in cui viga la segregazione razziale.

IL GIORNALE

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