“Un iceberg grande due volte New York si sta staccando dall’Antartide”
L’attenzione è focalizzata su due crepe, la
“The Halloween Crak”, osservata per la prima volta nel 2016, che avanza
verso est; e una seconda crepa che invece si sposta a nord a un ritmo
vertiginoso di 4 chilometri l’anno. E’ proprio l’accelerazione di
quest’ultima spaccatura a preoccupare per una frattura in grado di
formare un grande iceberg. Le crepe sono legate al modo con cui il
ghiaccio scorre su una formazione sottomarina dove la roccia inferiore
sale abbastanza da impattare con il fondo della piattaforma di ghiaccio:
questo causa ondate di pressione e crepe sulla superficie.
La crepa che si muove verso nord è rimasta stabile per 35 anni ma ha
cominciato a muoversi ed accelerare alla velocità di 4 chilometri l’anno
mettendo a rischio il futuro della stazione scientifica dove vivono
circa 30 scienziati, tecnici e operatori. Ricercatori che da decenni
portano avanti fondamentali studi sull’atmosfera: la stazione è stata
spostata più volte a causa delle crepe ma ora gli esperti temono che il
distaccamento dei ghiacci possa portare un ulteriore enorme cambiamento
alla piattaforma dell’Antartide tale da farla diventare “instabile” e
rompersi del tutto.
In sostanza, la crepa che da sud muove verso nord potrebbe incontrare
presto la spaccatura di Halloween facendo staccare quest’area
gigantesca, pari a due volte quella della Grande Mela, e rilasciando in
mare un’enorme piattaforma di ghiaccio. La Nasa sottolinea che, in
termini di dimensioni di iceberg, ne esistono di più grandi ma questo
potrebbe essere il più importante nell’area da quando iniziarono le
osservazioni nei primi anni del Novecento.
Antartide, Larsen C prende il largo: l’iceberg visto dal satellite
Navigazione per la galleria fotografica
1 di 12 Immagine PrecedenteImmagine SuccessivaSlideshow
Per ora, sugli scenari futuri, la Nasa resta cauta ma preoccupata. “La probabile futura perdita del ghiaccio dall’altra parte di Halloween Crack suggerisce che è davvero possibile una maggiore instabilità con rischi associati alla stazione Halley VIa” chiosa il glaciologo Chris Shuman.
REP.IT
Pages: 1 2