Mogol si schiera a favore della radio sovranista: “Sì alla battaglia per più musica italiana”

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Le quote per la musica italiana in radio non servono. La regola dovrebbe essere libertà di scelta

di ERNESTO ASSANTE
Quella del Carroccio è quindi l’ennesima proposta, questa volta scaturita dal successo delle canzoni di Sanremo che mai come in questa edizione sono state premiate dagli ascolti, soprattutto streaming. E qui si rivela l’arretratezza delle regole che si vorrebbero imporre perché l’ascolto della musica da diversi anni in qua si è spostato dalle radio agli smartphone, dall’Fm allo streaming, campo nel quale l’imposizione di quote è assolutamente impossibile, perché ogni singolo ascoltatore sceglie di sentire quello che vuole, quando vuole e dove vuole. Inoltre dal punto di vista industriale, nel 2018 tra i 30 artisti più venduti 29 sono italiani, e nella top ten dei singoli più venduti (streaming e download inclusi) ci sono solo tre canzoni internazionali e cinque in quella dei brani trasmessi delle radio.

Ma il presidente della Siae riporta altre cifre: “In base ai nostri dati medi di ripartizione dei diritti d’autore, relativi al periodo 2010-2017, su dieci stazioni radiofoniche soltanto quattro rispetterebbero la soglia del 33 per cento della proposta di legge dell’onorevole Morelli. Tale iniziativa avrebbe dunque un impatto positivo sul mercato radiofonico italiano, generando maggiori introiti in diritti d’autore e in diritti connessi e contribuendo ad aumentare la quantità di musica prodotta in Italia. Come sapete, promuovere la musica italiana significa infatti sostenere l’industria culturale del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano”.

“Per questo motivo – conclude Mogol nella lettera – chiedo a tutti voi di contribuire a questa battaglia per la valorizzazione della nostra musica nelle radio. Qualsiasi vostra iniziativa sarà preziosa affinché si affermi il principio che la musica italiana fa parte del nostro patrimonio culturale e in quanto tale va valorizzata e difesa”. La lettera inviata per mail agli associati è accompagnata da un allegato La radio canta l’Italia in cui si riassume la proposta di legge.

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