Il consulente del governo che ha bocciato la Torino-Lione: “Ha i più alti benefici delle opere Ue”

È vero che, molto saggiamente, il suo nome non compare direttamente in calce allo studio, mentre compaiono tutti gli altri membri della sua azienda, compresa Silvia Maffii che risulta essere amministratore delegato della società fondata dallo stesso Ponti nel 1992. Ma si tratta evidentemente di un estremo pudore, a meno che tra ieri e oggi Ponti non si sia dimesso dalla presidenza della sua stessa azienda.

«Lo studio di cui siete venuti in possesso, effettivamente è stato consegnato almeno due mesi fa alla commissione Trasporti e se ne parla da tempo», spiega Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia, membro della stessa commissione. «Il fatto che sia firmato dalla società di Ponti suscita sconcerto visto quello che ha sostenuto in Italia. Ciò nonostante conferma anche che l’opera della Tav è necessaria se non vogliamo essere tagliati fuori dallo sviluppo e dall’Europa. E questo dimostra ciò che vado dicendo da anni: il collegamento della tratta Mediterranea è un vero punto di forza. Non a caso ho fatto inserire tra le tratte strategiche anche la Genova-Spezia che otterrà enormi benefici per Piemonte e Liguria».

Lo studio, composto da circa centoventi pagine, è molto dettagliato e proietta gli effetti dell’opera fino al 2030, analizzando l’eventuale realizzazione dei vari “corridoi” europei del trasporto su rotaia, che comprendono anche la Tav. In particolare, «esiste un gruppo di “corridoi“ che mostra un impatto maggiore in termini di cambiamento nell’attività del trasporto ferroviario per passeggeri e merci; questo gruppo comprende il Mediterraneo, lo Scan Med e l’Atlantico. Questi tre corridoi mostrano un aumento delle attività di trasporto ferroviario superiore al 2 per cento per le merci (3,1% Atlantico, 2,9% il Mediterraneo) e superiore al 3% per i passeggeri (con punte del 5,7 e 4,7 rispettivamente nei corridoi Mediterraneo e Scan Med)».

Di più: «Si stima che il pieno sviluppo della rete principale, entro il 2030, genererà 800mila nuovi posti di lavoro in Europa». Mentre, «il miglioramento della connettività europea fornirà benefici economici a 7 milioni e mezzo di persone all’anno da qui al 2030». Così come «il Pil europeo dovrebbe avere un incremento dell’1,6% sempre al 2030». E infine, «verranno evitati 26 milioni di tonnellate di emissioni di ossido di carbonio nell’aria nell’ambito del settore dei trasporti».

Ricapitolando: se per la società di Ponti tutto ciò in Europa è un vero affare, per il consulente del governo Ponti in Italia la Tav non conviene. A questo punto forse a Ponti converrebbe rileggere con attenzione lo studio che l’azienda che presiede ha firmato.

LA STAMPA

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