La mossa di Conte: lettera alla Telt prima dei bandi

Questa mattina il vicepremier leghista ha lasciato Roma sbattendo nei fatti la porta in faccia a Di Maio. “Se Salvini non si siede al tavolo della trattativa le cose si complicano”: Luca Carabetta, il deputato M5s a stretto contatto con il capo politico M5s, non nasconde la difficoltà del momento, o per meglio dire l’incomunicabilità tra i due leader di partito. Anche il premier, avvocato degli arbitrati, sta vivendo ore di grande difficoltà ma ormai è determinato ad andare verso una decisione. Da Palazzo Chigi trapela che adesso il nodo sono i bandi di gara da pubblicare o meno.

In questa corsa contro il tempo si lavora su più canali, tra cui quello diplomatico francese che ha già aperto a una revisione dell’opera nel rispetto del dibattito interno italiano purché partano i bandi. Ovviamente si discute con i dirigenti di Telt e nelle stesse ore in cui erano in corso questi colloqui ci sarebbero stati contatti con il Colle. Ma il canale dirimente è quello politico con possibili ricadute fino alla crisi di governo. L’accordo deve essere prima di tutto tra Di Maio e Salvini che devono decidere di tornare di voto o di far andare avanti il governo.

Poi c’è tutta la parte tecnica. Alla ricerca di un punto di caduta ci sono tutti i tecnici possibili e immaginabili. Quelli del Tesoro, quelli del ministero dei Trasporti, quelli di Palazzo Chigi. Poi ci sono contatti in corso con la Corte dei Conti e con l’avvocatura dello Stato, ma non per un solo parere. I pareri raccolti sarebbero più di uno.

La possibile via d’uscita tecnica dall’impasse l’ha indicata il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri: appellarsi alla “clausola della ‘dissolvenza’ prevista dal diritto francese”, spiega, “che permette la revoca dei bandi Telt” entro i sei mesi dalla pubblicazione. Questo sarebbe l’escamotage per lasciare che lunedì Telt faccia partire i bandi (guai però a chiamarli bandi in casa M5s) in modo che le aziende italiane e francesi si possano autocandidare. Ed è su questo che ragiona Conte con l’impegno però di andare casomai anche verso lo stop dell’opera.

E infatti sarà sempre possibile non approvare i capitolati appellandosi all’interesse nazionale. L’accordo lo annuncerà Conte se si raggiungerà il compromesso: far partire i bandi, sottolineando la possibilità di revocarli e permettere al governo di avviare quella “ridiscussione” dell’opera, promessa dal contratto di governo e annunciata dal premier Conte che guiderà la trattativa con Francia e Unione europea. Ma tutto ciò a bandi pubblicati.

L’HUFFPOST

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