Buoni fruttiferi postali, la Cassazione: lo Stato può cambiare il tasso di interesse quando vuole
di FEDERICO FORMICA
Cattive notizie in arrivo per chi ha investito in Buoni fruttiferi postali prima del 1999. Lo Stato infatti può cambiare le regole del gioco in corsa, anche in modo retroattivo. Giusto o ingiusto che sia, è una condotta che la Cassazione ha appena legittimato con una sentenza.
Fino a pochi giorni fa infatti, i risparmiatori potevano sentirsi protetti dallo “scudo” dei giudici di piazza Cavour. Ma oggi le cose sono cambiate. E in modo radicale. Il provvedimento dell’11 febbraio, emesso dalle Sezioni Unite della Cassazione, ha infatti smentito una sentenza dello scorso 2007. In quel frangente gli ermellini affermarono che sottoscrivere un buono (compreso il tasso di interesse) equivale, in tutto e per tutto, a firmare un contratto. E quell’accordo non può essere modificato in corsa.
“Oggi la Cassazione arriva alla conclusione opposta. E quel che è peggio, per il povero risparmiatore, è che lo fa affermando espressamente di non contraddire il proprio precedente” spiega Aldo Bissi del comitato scientifico di Ridare, portale di Giuffrè Francis Lefebvre che affronta tutte le tematiche in materia di risarcimento del danno e responsabilità civile.
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