Assemblea Pd, Zingaretti proclamato segretario: “Serve un nuovo partito, deve cambiare tutto”. Il livetweet dei lavori
Matteo Renzi3 ore fa
Oggi Nicola Zingaretti inizia il suo lavoro come Segretario Nazionale del Pd. Un abbraccio a lui e a tutta la squadra che lavorerà con lui. L’Italia si aspetta dal PD una risposta allo sfascio di Salvini e Di Maio, non più polemiche interne. Avanti tutta! Buon lavoro, Nicola
rep
Approfondimento
Assemblea nazionale, il giorno di Zingaretti: “Ridaremo orgoglio al Pd”
di GIOVANNA VITALE
In camicia bianca e cravatta blu, Zingaretti è stato dunque
proclamato ufficialmente segretario da parte del presidente della
Commissione Congresso, Gianni Dal Moro, dopo la lettura dei risultati
definitivi delle primarie (votanti: 1.582.083. Martina ha ottenuto
345.318 voti pari al 22%, Zingaretti 1.035.955 pari al 66%, Giachetti
188.355 voti pari al 12%. I componenti dell’Assmblea sono così
suddivisi: 119 membri dalle liste collegate a Giachetti, 228 per l’area
Martina, 653 delegati per Zingaretti).
“Ricordiamo che oggi 17 marzo si festeggia l’Unità di Italia –
esordisce Zingaretti nel suo intervento- un augurio al Paese che amiamo e
per il quale lottiamo. Tutto ciò che ci accade intorno ci dice che ora
dobbiamo muoverci. Insieme, io mi auguro, dobbiamo metterci di nuovo in
cammino”.
“Non è in gioco solo il governo ma le fondamenta irrinunciabili” della
nostra comunità politica, continua il segretario dem. “Il Paese è
bloccato e sta decadendo. Il pil è fermo – prosegue – nel prossimo
autunno ci sarà bisogno di una manovra di decine di miliardi di euro e
sarà drammatica”.
“Su tutte le questioni più urgenti- osserva ancora- abbiamo un governo
che pronuncia solo degli imbarazzanti ‘ni’ con un fraseologia tipica
della prima Repubblica. L’italia è un grande paese che non si governa
con i ‘ni’, non si governa con l’immobilismo. Così l’Italia galleggia
malamente, con la prospettiva di affondare presto se non si fa
qualcosa”.
“Dobbiamo voltare pagina, dobbiamo cambiare noi, occorre un partito
diverso, inclusivo, dialogante, empatico con la società – dice ancora
Zingaretti – un partito che riprende a fare politica. Dobbiamo
rimettere al centro la persona umana, come hanno fatto le ragazze e i
ragazzi scesi in piazza per il clima. Serve più riformismo per
affrontare il futuro. Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale,
perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti”.
Altro obiettivo è quello di cui c’è un disperato bisogno è quello di
“ricostruire una classe dirigente italiana. Dobbiamo conoscere il
passato per vivere il presente e costruire il futuro. Mettiamoci alle
spalle le contese sugli equilibri interni, avviamo una dialettica nuova
tra le componenti. Non dobbiamo più neppure lambire una politica lontana
dalla vita”.
Quattro sono i pilastri del Pd Zingaretti: “Infrastrutture materiali,
serve grande piano per un’Italia più sicura ma anche più rispettosa
dell’ambiente. Perché solo con una svolta green si può tornare a
produrre ricchezza. La riconversione ecologica dell’economia è il
futuro. L’Italia deve contribuire all’obiettivo di emissioni zero in
Europa”. Il secondo pilastro sono le infrastrutture immateriali, la
Rete: “Serve un grande piano per rilanciare innovazione e sapere e
superare il digital divide”. Terzo l’infrastruttura della conoscenza:
“Investire sulla scuola e sull’istruzione pubblica come architrave di
un’ampia operazione di crescita culturale”. Quarto, welfare e sanità:
“Non crediamo nella monetizzazione del welfare, non daremo tregua a
questo governo. Ci batteremo per la sanità pubblica promuovendo quota
10, ossia un incremento di 10 miliardi per aumentare i livelli di
assistenza e assumere 100mila nuovi operatori nella sanità pubblica
italiana. La vera priorità di questa epoca è il lavoro, in tutto il
Paese ma soprattutto nel Mezzogiorno”.
Zingaretti poi spiega come dovrà cambiare il Pd: “Credo in un partito
aperto e pluralista, aperto al civismo e al volontariato. I nostri
circoli tornino ad essere i luoghi dove gli altri si organizzazione per
iniziative di associazionismo. Dobbiamo cambiare un correntismo
esasperato che ha lasciato fuori troppe persone. A noi serve un Pd forte
ma anche una rete di corpi intermedi”. E pensa a un nuovo statuto “da
scrivere insieme”.
I mille
L’Assemblea Nazionale del Pd è composta, da Statuto, da mille persone.
Il numero dei componenti dell’Assemblea, però, aumenta per la presenza
dei membri di diritto: gli ex segretari, i segretari dei partiti
fondatori, gli ex premier, gli ex ministri, i titolari di cariche
istituzionali e di quelle interne al partito. Fanno parte
dell’Assemblea, poi, i segretari regionali del partito, i 300 delegati
regionali, i 100 delegati dai gruppi parlamentari (60 per la Camera dei
deputati, 30 per il senato e 10 per l’Europarlamento), quelli delle
mozioni non ammesse alle primarie. In tutto, la platea di delegati
dovrebbe essere composta da 1.130 persone circa. Visto che le forze in
campo “fotografate” dalle primarie parlano del 67% dei delegati per
Zingaretti, 23% per Maurizio Martina e 11% per Roberto Giachetti, il neo
segretario potrà contare su circa 670 persone più i membri di diritto a
lui vicini. Dunque, circa 700 persone in tutto.
La direzione
Spetta all’Assemblea votare la direzione nazionale, composta da 120 membri eletti con metodo proporzionale. Anche la Direzione, come l’Assemblea, conta una serie di membri di diritto come il segretario, il presidente, i vicesegretari, il tesoriere, i capigruppo, i titolari di cariche istituzionali. Il segretario, tuttavia, può allargare la direzione a venti personalità del mondo della cultura, del lavoro, dell’associazionismo, delle imprese. La direzione ha il compito di elaborare l’indirizzo politico del partito stesso, nonchè di votare a maggioranza il meccanismo con cui l’Assemblea eleggerà una segreteria (e un segretario) nazionale. La Direzione è diretta dal presidente dell’Assemblea, che la convoca di norma ogni due mesi o in casi eccezionali.
REP.IT
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