Borse in calo aspettando la Fed. Petrolio a 60 dollari, al top del 2019
Wall Street in calo in attesa delle decisioni Fed, pesante FedEx
La seduta a Wall Street è
in calo. Per il Dj e l’S&P 500 è la seconda giornata di fila in
ribasso; per il Nasdaq Composite, la prima su quattro.
Gli investitori si sono riscoperti cauti nel giorno in cui la Federal
Reserve annuncerà le sue decisioni sui tassi. E’ dato
per certo che il costo del denaro resti al livello a cui fu portato
lo scorso dicembre (al 2,25-2,5%); quello che gli investitori
cercheranno di capire analizzando prima il comunicato e poi le parole
in conferenza del governatore saranno le intenzioni
della Fed sulla rotta futura dei tassi. A fronte di un rallentamento
dell’economia mondiale (confermato da FedEx, titolo che
segna un -5,7%) e dell’incertezza nei negoziati commerciali tra Usa e
Cina, questo approccio dovrebbe essere confermato.
«Qualora la Fed riuscisse ad evitare la tentazione di una riduzione delle previsioni, gli investitori ne trarrebbero un sospiro di sollievo e potremmo assistere ad un rally dell’azionario» prevedono gli analisti di Swissquote .
BTP: spread si allarga 243 punti
Chiusura in rialzo per lo
spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico dei titoli di
Stato con il rendimento dei
decennali italiani che torna sopra la soglia del 2,50 per cento. Il
differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark
(Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha terminato gli
scambi a 243 punti base, in aumento di 5 punti base rispetto
ai 238 punti del finale di ieri. Risale anche il rendimento del BTp
benchmark decennale che si attesa in chiusura al 2,52%
dal 2,49% del closing di ieri.
A Milano in rosso Moncler, si indebolisce Fca dopo dati Bmw
A Piazza Affari tra i più penalizzati c’è stata anche Moncler, dopo l’uscita del fondo francese Eurazeo dal capitale con uno sconto limitato (dell’1,5% rispetto al prezzo di chiusura
di ieri) e dopo 8 anni di presenza nel capitale. A curare l’accelerated bookbuilding presso investitori istituzionali sono
stati BofA Merrill Lynch e Citi in qualità di Joint Bookrunner. In rosso anche Tenaris (-1,4%) e Eni
(-0,7%) nonostante il risveglio pomeridiano del greggio. Fuori dal Ftse Mib, pesante -8,7% di Datalogic a causa di un IV
trimestre giudicato sotto le
previsioni dagli analisti. In discesa il settore editoriale.Prima della seduta odierna, i principali indici azionari europei,
cosi’ come lo Stoxx600 e l’Eurostoxx50, avevano toccato i massimi dagli ultimi giorni di settembre/primi di ottobre 2018:
la correzione odierna ha fatto indietreggiare Parigi dello 0,8%, Madrid dello 0,91%, Zurigo dello 0,66% e Londra dello 0,45%.
- FARMACEUTICA
- 20 marzo 2019
«Il diserbante Roundup causa il cancro». Bayer crolla in Borsa
Francoforte la peggiore con il crollo di Bayer
Il glifosato pesa ancora su Bayer:
a Francoforte il titolo è crollato del 10%, zavorrando il listino
tedesco. Il colosso Bayer ha subito una nuova sconfitta
nel caso dell’erbicida Roundup prodotto dalla sua divisione di
agrochimica Monsanto e accusato di provocare il cancro. Un
tribunale di San Francisco, nella prima fase del processo, ha
stabilito che l’esposizione al Roundup è responsabile del tumore
sofferto dal settantenne Andrew Hardeman, che lo aveva utilizzato per
26 anni nelle sue proprietà rurali della California
settentrionale. La stessa giuria ora dovrà decidere se la società è
responsabile o meno e se dovrà pagare danni. Monsanto
è stata acquisita da Bayer per 63 miliardi di dollari nel giugno
scorso. Il verdetto unanime arriva a otto mesi di distanza
dalla sentenza analoga costata 289 milioni di dollari (poi ridotta a
78,5 mln) sul prodotto a base di glifosato. Bayer ha
presentato un appello ancora in corso. Per Bayer, il costo della
vicenda legale del pesticida si è tradotta finora in un crollo
del 50% del titolo dal giugno scorso. Bayer in una nota si è detta
«delusa» dalla decisione iniziale della giuria.
Euro/dollaro in stallo. Sterlina sotto pressione nel caso Brexit
Sul
mercato valutario, l’euro è rimasto stabile sul dollaro (a 1,1354 da
1,3152) aspettando il responso della Fed, mentre
si è indebolita la sterlina (a 0,8599 per un euro da 0,8555 e a
1,3201 dollari da 1,3268), agitata dal caos Brexit con il
dibattito sui tempi del possibile rinvio della scadenza per l’uscita
del Regno Unito dalla Ue. «Difficile immaginare come
la Fed possa essere più accomodante di quanto lo sia stata finora
quest’anno, di fatto contribuendo al forte rimbalzo dei
mercati», commenta Luigi Nardella direttore di Ceresio Sim, Banca del
Ceresio. Powell, «dopo aver spaventato gli investitori
nell’ultimo trimestre con i suoi commenti molto ‘hawkish’, ha di
fatto congelato ulteriori rialzi almeno per i prossimi mesi
e annunciato l’intenzione di interrompere la contrazione del
bilancio». Ora la Fed considera addirittura di rivedere il proprio
obiettivo di tasso di inflazione come media di periodo e non valore
attuale. «Dall’incontro di oggi – aggiunge Nardella –
nessuno si aspetta una revisione dei tassi; il focus è sui dettagli
relativi all’interruzione del quantitative tightening
– riduzione del bilancio – e sulle previsioni sui tassi dei membri
del Fomc, il famoso dot plot, sulla cui rilevanza peraltro
lo stesso Powell ha manifestato dei dubbi».
Petrolio: Wti tocca i 60 dollari, prima volta dal 2019
Per la prima volta nel 2019 il petrolio quotato a New York ha raggiunto nell’intraday i 60 dollari al barile. A sostenere le quotazioni è l’inatteso calo delle scorte
settimanali di greggio in Usa, che va ad aggiungersi all’impegno dell’Opec+ di continuare a tagliare la produzione. Il Wti
ad aprile – in scadenza oggi – è arrivato a 60,03 dollari al barile (+1,7%), top dello scorso 12 novembre. Anche il contratto
maggio, il più scambiato, ha superato quella soglia psicologica.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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