Milano, autista blocca bus di studenti e appicca il fuoco: accusa di strage e terrorismo. “Gesto premeditato per i migranti morti”
Ousseynou Sy, 46enne di origini senegalesi ma cittadino italiano dal 2004 – quando ha sposato una donna italiana, da cui poi ha divorziato e ha avuto due figli – è da molti anni autista della società Autoguidovie. Questa mattina doveva accompagnare le due classi – 51 studenti, due insegnanti e una collaboratrice scolastica – della scuola media Vailati di Crema in palestra. Ma una volta alla guida ha subito cambiato direzione: “Ci ha detto che la sua intenzione era di andare a Linate”, spiega il procuratore Alberto Nobili. Da subito cosparge l’interno del bus di benzina e intima ai professori di legare i polsi dei bambini con le fascette da elettricista – fascette e tanica che gli costeranno anche la premeditazione del gesto – iniziando a gridare che “Di qua non esce vivo nessuno” e a parlare dei “bambini morti nel Mediterraneo”, dando anche “la colpa a Di Maio e Salvini”. Ai bambini fa anche lasciare i cellulari in fondo al bus ma, come raccontano in procura, gli adulti hanno legato debolmente i polsi dei bambini seduti più distanti dall’autista. Uno di loro riesce a liberarsi e a prendere un cellulare, chiamando il 112.
Chi è Ousseynou Sy, una storia di abusi nel passato dell’autista. Ma nessuno sospettava di lui
La telefonata viene presa subito sul serio: due autoradio, spiega il
colonnello Luca De Marchis, intercettano il bus all’altezza di
Pantigliate, ma l’autista le sperona e continua la sua corsa. Altre tre
auto, a quel punto, bloccano il mezzo: l’autista si ferma e mentre due
carabinieri si avvicinano al suo finestrino parlandogli, gli altri
carabinieri vanno sul retro del bus e con lo sfollagente rompono i
vetri. In quel momento, mentre i carabinieri aiutano tutti ad uscire, il
senegalese appicca il fuoco con l’accendino che ha in mano. “Le fiamme
sono divampate mentre alcuni bambini erano ancora all’interno”, conferma
il colonnello. In quei momenti di grande concitazione il senegalese
decide di scendere dal bus, viene bloccato – ha ustioni alle mani – e
dice di averlo fatto “per i morti nel Mediterraneo”.
Il bilancio, quindi, è quasi un miracolo: 12 bambini e 2 adulti vengono
portati in ospedale per escoriazioni e principio di intossicazione,
tutti gli altri vengono portati in una palestra poco distante dove
vengono raggiunti dai genitori.
Milano, autista dà fuoco a bus: la fuga dei bambini
Ousseynou Sy viene prima portato al Niguarda per le medicazioni e poi in procura per l’interrogatorio con Nobili e il pm Luca Poniz, a cui il procuratore capo Francesco Greco ha affidato il caso.
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Nei suoi primi racconti, che dovranno essere tutti vagliati (e si
aspetta anche il risultato degli esami tossicologici) la sua intenzione
era appunto quella di arrivare a Linate e di fuggire in Senegal con un
aereo. “Se non fossero intervenuti i carabinieri nessuno si sarebbe
fatto male”, ha detto ai pm. La benzina e le fascette servivano, nel suo
racconto, “a tenere buoni i bambini”. Ha ammesso di avere portato un
coltello da cucina, mentre non conferma di avere avuto una pistola,
anche se alcuni testimoni dicono di averla intravista.
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Tra le ammissioni, quella di aver girato prima del sequestro del bus un
video, caricato su Youtube “e inviato in Senegal a familiari e amici”.
L’uomo avrebbe ripetuto di voler “punire l’Europa per le politiche sui
migranti” e di “non poterne più di vedere i bambini sbranati dagli
squali”. Nell’interrogatorio Sy ha aggiunto che il caso della nave Mare Jonio è
stato “l’episodio scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso”.
Scuolabus in fiamme nel milanese: l’intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri
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Ma, ribadisce la procura, Ousseynou Sy “non è inquadrabile in un
contesto radicalizzato nè di stragismo islamico: sembra piuttosto un
lupo solitario, sembra non aver fatto alcuna riflessione di legarsi
all’Isis”. Ma è polemica anche per il fatto che Sy avesse un precedente
per guida in stato di ebbrezza nel 2007 e una condanna – diventata
definitiva nel 2018 – a un anno con pena sospesa per violenza sessuale
su minori. Ma la società Autoguidovie già stamani ha precisato che “l’uomo,
nostro collaboratore almeno dal 2002, dal 2004 era in servizio a tempo
pieno. Negli anni non ha mai dato segnali di squilibrio, né avevamo mai
ricevuto reclami sulla sua condotta come autista. A livello di
compartimento aziendale (Crema e zone limitrofe) non eravamo a
conoscenza dei suoi precedenti penali”.
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di ALESSIA GALLIONE
L’aggravante del terrorismo è ricondotta all’articolo 270-secies del
codice penale, relativo alle condotte con finalità di terrorismo,
afferma che “sono considerate con finalità di terrorismo le condotte
che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un
Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo
di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o
un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un
qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche
fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di
un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite
terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o
altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia”.
Milano, bus studenti incendiato. La ragazzina: “L’autista ci ha legato e ha versato la benzina”
REP.IT
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