Scuolabus sequestrato nel Milanese: sfiorata la prima strage terroristica di bambini
Che tutto si sia risolto bene non deve farci negare quello che abbiamo visto affacciandoci su quei minuti drammatici. Siamo stati a un filo, a un soffio, dalla prima grande strage contro civili di stampo terrorista in Italia. Una strage di bambini. Un limite è stato superato, a San Donato Milanese. Il confine dello spazio di sicurezza che circonda le nostre famiglie è arretrato di vari metri.
Quale genitore non ha realizzato oggi che poteva essere al posto di quegli adulti, che il passaggio dalla serenità alla paura si è fatto più stretto? Chi da oggi non guarderà con apprensione, incrociandolo sulla strada del lavoro, uno dei tanti pulmini scolastici?
Certo, sicuro, ora si apre la fase della disamina degli errori, della disamina della biografia del guidatore, delle polemiche sulle responsabilità delle amministrazioni e della politica. Saranno colpevoli Salvini e di Maio, come ha gridato il guidatore? O saranno colpevoli le élite che non vogliono accettare i cambiamenti?
Ma mentre la solita commedia del dibattito nazionale si evolve con i suoi soliti ritmi va la pena di prendere atto.
Il punto è che ogni giorno abbiamo altre prove di quanto fragile siano diventate le reti sociali che ci hanno offerto sempre certezze, di quanto la violenza stia diventando pervasiva. Al punto da minacciare anche gli angoli più protetti della nostra vita, quali le nostre famiglie.
La violenza sta diventando, in molti modi, reale e immaginaria, sulle autostrade del mondo e quelle del web nostra compagna di strada, persino nella dolce Italia. È una vera e propria degenerazione della qualità del mondo come lo conoscevamo. Una realtà che, come è umano che sia, felici di aver abbracciato ancora vivo il nostro bimbo, siamo pronti a negare. Per un altro giorno, un altro pugno di ore. Per l’illusione di una speranza eterna.
L’HUFFPOST
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