Di Maio: «Serve un chiarimento tra alleati. Il voto? Non abbiamo bisogno di Berlusconi»
Date la colpa alle ammucchiate e all’astensionismo: non è autoassolutorio?
«Non
capisco cosa si pretende. Sappiamo che correndo con una unica lista è
molto complesso vincere in una Regione. Dopo di che, diciamola tutta:
vogliamo correre alla pari? Bene, non vediamo l’ora. Modifichiamo la
legge elettorale per le Regionali, diamo il premio solo alla lista e non
alle coalizioni, poi vediamo se le cose cambiano».
La discussione sulla riforma del M5S su Rousseau si è conclusa: ora cosa farete?
«Ora
porteremo avanti questa evoluzione. Ci stiamo preparando a un salto in
avanti, cresceremo ancora di più e lo faremo già in occasione delle
Europee».
Lei impegnato come ministro, Grillo con il suo show, Di Battista defilato: il Movimento sta perdendo i suoi volti-immagine?
«Il
Movimento non sta prendendo proprio nulla. Ci siamo tutti, seppur in
forma diversa. Grillo resta il garante, Alessandro il primo tra gli
attivisti e poi ci sono i parlamentari, i nuovi eletti, c’è un processo
di crescita notevole».
Dice che il voto non incide sul governo, ma le frizioni tra voi e la Lega crescono.
«C’è
un confronto, non le chiamerei frizioni. Certo mi è dispiaciuto vedere
che si sono sollevate polemiche ingiustificate su misure di buon senso
come ad esempio la via della Seta. Sono polemiche che non ho compreso e
faccio fatica ancora a comprendere. Ed è su questo che magari un
chiarimento può far bene. Poi abbiamo valori diversi su molti fronti, mi
sembra evidente. Uno tra tutti il concetto stesso di famiglia: per me
la famiglia è sacra, il M5S propone di aumentare le pene per chi compie
violenze contro le donne, a Verona c’è qualcuno che è allergico a questo
dibattito».
A proposito di tensioni: cosa farete con Tria se non firma i decreti sui rimborsi ai truffati delle banche?
«L’ipotesi
che non le firmi per me non esiste nemmeno. Il ministro dell’Economia
di questo governo non solo deve firmare quei decreti in tempi rapidi, ma
deve anche essere felice di farlo. Ci parlerò io, mi occuperò
personalmente di questa questione».
Conte ha parlato di rivedere il contratto di governo. Lo farete dopo le Europee?
«Ma
Conte non ha detto che bisogna rivedere il contratto, ha detto invece
una cosa normalissima, ovvero che se più avanti ci saranno nuovi
obiettivi condivisi da aggiungere allora si potranno inserire. Mi sembra
normale e ragionevole. Il contratto resta quello che è, non si cambia,
al massimo si integra con nuove prospettive se saranno condivise».
Nel Def ci sarà spazio per la Flat tax?
«Ecco,
a proposito di contratto la Flat tax è un punto e va rispettato. Però
non mi starei ad aggrappare troppo al nome delle cose. Flat tax o meno,
non è importante come si chiami la misura, l’importante è abbassare le
tasse e dobbiamo farlo subito. Iniziamo a lavorare su quello e iniziamo a
farlo lanciando una vera lotta ai grandi evasori. Su questo abbiamo un
piano e lo presenteremo nei prossimi giorni».
Salvini ha detto che il percorso dell’Autonomia inizierà prima delle Europee.
«Anche l’Autonomia è nel contratto, ma va fatta secondo certi criteri e
sono sicuro che il governo troverà un punto di equilibrio. Cioè, se
qualcuno nel suo piccolo arriva a pensare alla “secessione”, come si
sentiva gridare un tempo, non se ne parla. Io non permetterò che
qualcuno divida il Paese in due».
Si parla molto di ius soli. Lei cosa ne pensa?
«Non
è in agenda, già l’ho detto. Se ne parla poi perché? Perché ho chiesto
la cittadinanza per meriti speciali, che è previsto dalla legge
italiana, per il bambino eroe di origini egiziane che ha salvato i suoi
compagni chiamando i carabinieri. Trovo assurdo che il Pd strumentalizzi
un fatto del genere per ritirare dentro un punto che, ripeto, non è in
agenda. Ad ogni modo: diamo la cittadinanza a questo ragazzo e anche dei
riconoscimenti agli altri bambini che si sono distinti in quella
giornata di terrore. Mi faccia infine ringraziare ancora i carabinieri».
È pronto a partire per gli Usa? Vedrà esponenti dell’amministrazione Trump?
«Vedrò esponenti dell’amministrazione, sì, e il viaggio rientra nell’ambito dei solidi rapporti bilaterali che l’Italia mantiene da sempre con gli Stati Uniti. Sono il nostro principale alleato e la mia visita sarà un momento per ribadirlo con concretezza. Siamo un Paese della Nato, ben consapevole delle proprie alleanze, ma allo stesso modo un Paese indipendente in grado di affacciarsi a nuove opportunità commerciali. E questo abbiamo fatto con la via della Seta».
CORRIERE.IT
Pages: 1 2