La missione Sophia: avanti per sei mesi senza le navi in mare

In base all’intesa, una fonte diplomatica europea conferma che «per ora» l’Italia manterrà il comando dell’operazione. Dietro quel «per ora» potrebbe esserci un impegno a ridiscutere la questione, visto che alla Francia non dispiacerebbe affatto prendere il posto di Roma. Ma al momento nulla cambia. Il controllo di Sophia consente all’Italia di avere a disposizione importanti informazioni di intelligence relative alla Libia e ai trafficanti di esseri umani. Questa è una delle ragioni per cui il governo – nonostante l’opposizione di Matteo Salvini – ha sempre fatto il possibile per evitare di fermare la missione, ritenuta preziosa dal ministero della Difesa.

Il compromesso sembra conciliare le esigenze del governo italiano: avanti con la missione, ma niente sbarchi. Francia e Germania avrebbero preferito un rinvio di tre o sei mesi senza modifiche del mandato, ma l’opzione era stata respinta da Roma. Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, aveva proposto di mettere fine a Sophia e di far ripartire una nuova operazione con un mandato ridotto, ma a quel punto il comando non sarebbe più andato in automatico all’Italia. Alla fine è stata trovata questa soluzione che consente a Sophia di proseguire, ma senza la componente navale. Un paradosso per una missione che si chiama EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean, ossia Forza navale mediterranea dell’Ue).

La soluzione non piace affatto a Federica Mogherini, che ha messo in guardia dal rischio di snaturare Sophia, nata nel 2015 proprio come missione navale con l’obiettivo smantellare il traffico di esseri umani. Obiettivo che ora appare difficile senza il pattugliamento in mare. Con gli anni il mandato di Sophia si era poi ampliato all’addestramento della Guardia costiera libica (che continuerà) e al «contributo all’attuazione dell’embargo Onu sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche», attività impossibile da portare a termine senza navi. Al momento la missione guidata dall’ammiraglio Enrico Credendino (supportata da 26 Stati) dispone di 7 mezzi aerei e di due navi.

LA STAMPA

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