Palazzo Chigi contro il «metodo Lega»: sporcano tutte le nostre iniziative
di Massimo Franco
A Palazzo Chigi lo definiscono «metodo Lega». E, dal punto di vista dei Cinque Stelle, non è un complimento. Dietro questa espressione, secondo la cerchia più vicina al premier Giuseppe Conte e al vice, Luigi Di Maio, si celerebbe una strategia che per il momento non mette in crisi la maggioranza giallo-verde. Ma di qui all’autunno potrebbe provocare una rottura. «Il metodo della Lega», è l’accusa, «significa sporcare qualunque iniziativa e provvedimento presi da noi». La «ciliegina rancida», come viene definita, è stato lo smarcamento del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dal memorandum con la Cina: un’operazione nella quale si sono spesi Di Maio, Conte e lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Ma prima c’erano stati il reddito di cittadinanza, poi la legge per sbloccare i cantieri, e l’Alta velocità ferroviaria Torino-Lione: un no alla Tav «che ci è costato tra i 5 e i 6 punti percentuali», si ammette, correggendo la narrativa ufficiale grillina. Su tutti questi punti, la Lega «si è comportata più da opposizione interna che da alleato. In maniera scorretta, perché noi ci siamo mossi diversamente. A Bruxelles, Conte ha difeso Salvini sull’immigrazione.
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