Apple Watch, è il tempo del cuore. L’orologio fa l’elettrocardiogramma: la nostra prova
La funzione Ecg è stata presentata per la prima volta lo scorso settembre, e dal 28 marzo diventa disponibile anche in Italia, dopo essere stata attivata già sul mercato americano. A supporto delle nuove funzionalità mediche, un corposo studio di Stanford e le verifiche sul campo svolte su migliaia di pazienti. E il verdetto è semplice, il Watch è un dispositivo che può fornire un aiuto fondamentale nella diagnosi di fibrillazione atriale, una condizione cardiaca alla base di diverse possibili patologie importanti.
Non è un dispositivo medico e non va considerato un sostituto del dottore o di macchinari elettromedicali diagnostici. Ma è il primo dispositivo personale che fa da ‘guardiano’ dell’attività cardiaca.
Come si fa l’ECG con Apple Watch
Per utilizzare la funzionalità Ecg di Apple Watch è necessario avere
ovviamente Apple Watch Series 4 e un iPhone, a cui l’orologio deve
essere obbligatoriamente abbinato. Questo vale come principio generale,
la prima attivazione di Apple Watch avviene sempre da un iPhone.
Quest’ultimo deve essere aggiornato alla versione 12.2 di iOS, così come
il Watch deve avere WatchOS 5.2. Entrambi sono come sempre
aggiornamenti gratuiti. Una volta aggiornato l’iPhone, nell’app Watch
all’interno della sezione “battito”, apparirà un’opzione per configurare
la funzione ECG nell’applicazione generale “Salute”. Una volta attivato
il tutto, il Watch è pronto per eseguire l’elettrocardiogramma. E’
sufficiente avviare l’app ECG direttamente sul Watch e mettersi nelle
condizioni ideali per la misurazione. Ovvero a riposo, con il braccio
appoggiato su una superficie o in grembo. Farsi un elettrocardiogramma a
questo punto è semplice: quando l’app è avviata, chiederà di “chiudere
il circuito” cardiaco, poggiando l’indice sulla corona dell’orologio. In
questo modo il sensore elettrico fornirà al Watch la lettura completa,
che dura 30 secondi. Pochi istanti dopo, il referto sarà disponibile
sull’iPhone, che creerà uno storico degli Ecg. Potrà essere esportato in
formato Pdf e condiviso direttamente dallo smartphone, naturalmente
anche col proprio medico. Da ricordare: l’app ECG e la funzione di
notifica di ritmo cardiaco irregolare sono strumenti pensati per aiutare
gli utenti a rilevare i segnali di FA, la forma più comune di ritmo
irregolare, ma non può prevenire o segnalare attacchi di cuore: non
rileva infarti, ictus o altre patologie legate all’attività cardiaca o
altre forme di aritmia.
Apple Watch, la nostra prova: un elettrocardiogramma all’aria aperta
Sotto a quello che per l’utente è un processo semplice ed intuitivo, c’è un lavoro di dimensioni importanti. Per sviluppare le funzioni ECG del Watch, solo gli studi pre-clinici hanno coinvolto 2000 persone di varia età ed etnia, di cui il 15% con una diagnosi precedente di fibrillazione atriale o di aritmia. I test clinici sulla funzionalità ECG svolti su 602 pazienti hanno permesso di verificare l’accuratezza delle misurazioni e della rilevazione di aritmie, fibrillazione atriale e del ritmo sinusale, “l’onda” del battito cardiaco. Altri test sono stati condotti parallelamente tra il Watch e macchine per l’ECG a sensori multipli, e in queste prove l’applicazione ECG ha riportato il 98,3% di di corrette classificazioni di fibrillazione e il 99,6% di corretta lettura sinusale, ovvero il regolare battito del cuore. Spiega Paolo Della Bella, primario dell’Unità Operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia Cardiaca presso l’ospedale San Raffaele di Milano: “I dati provenienti dagli ultimi studi mostrano la capacità di questa tecnologia e dei suoi algoritmi di determinare con precisione le differenze tra le anomalie del battito cardiaco, e distinguere la fibrillazione atriale da situazioni similari e benigne, come le extrasistole”.
Prevenzione: fibrillazione atriale, un guardiano al polso
Il controllo di aritmie e il rilevamento di segnali di possibile
fibrillazione atriale è l’altra, importante metà della vocazione
“cardiaca” del Watch series 4. Il dispositivo è in grado di controllare
in tempo reale e le pulsazioni e il ritmo cardiaco per verificare la
presenza di eventuali aritmie o individuare i segnali di fibrillazione
atriale, che è una delle principali cause di ictus e di ricovero per
patologie cardiache. Il Watch chiede subito all’utente se ha già
ricevuto una diagnosi di questo tipo, perché questa funzione del Watch è
pensata per chi non sa se effettivamente soffre di questo disturbo del
cuore, o non aveva alcun sintomo – e la fibrillazione è spesso
asintomatica. Quella del controllo di aritmia è però una funzione di
allerta per l’utente, non un modo di monitorare l’attività cardiaca per
chi già sai soffrire di fibrillazione atriale. E se nel monitoraggio che
il Watch esegue circa ogni due ore, quando non si fa attività fisica,
il sistema rileva cinque aritmie consecutive, allora invierà una
notifica. Una delle necessità principali con un dispositivo che esercita
un controllo di questo tipo è evitare il riscontro dei cosiddetti falsi
positivi, ovvero rilevazioni di fibrillazioni atriali che non
corrispondono alla realtà. Nei test di Apple questo si è verificato
nello 0,5% dei casi, un’incidenza vicina all’ideale, che è zero. In
questo modo si evitano notifiche errate e allarmi ingiustificati: il
Watch invia una notifica solo nell’analisi contestuale dell’attività
cardiaca, poiché nell’arco della giornata ognuno di noi è impegnato in
attività diverse che chiaramente richiedono un impegno cardiaco
differente.
Spiega ancora Della Bella: “Il vero passo in avanti è proprio la
possibilità di mettere in allerta la persona asintomatica. La
fibrillazione atriale non diagnosticata è una questione di livello
planetario, con un impatto sociale significativo, e che in chi ne soffre
può portare a complicazioni cerebro-vascolari di impatto rilevante”.
Per arrivare a sviluppare questa complessa analisi svolta dal Watch,
Apple ha commissionato all’università di Stanford l’Apple Heart Study,
uno studio con 400.000 partecipanti. I ricercatori hanno stabilito che
il Watch è in grado di identificare correttamente i segnali di
fibrillazione atriale, con il 34% del campione che dopo esami successivi
ha ricevuto una diagnosi in questo senso. Ancora più rilevante il
campione, 57%, che dopo un’allerta di irregolarità cardiaca ha
consultato un medico. Ed è questa la vera chiave della funzionalità, non
deve essere interpretata come una sorta di “dottore digitale” che si
indossa al polso, ma come un sistema per enere sotto controllo il
proprio cuore. Va anche ricordato che l’app ECG e di monitoraggio
cardiaco non influiscono in maniera significativa sul consumo di
batteria del Watch, anche perché la frequenza con cui si avvia un ECG
non è quella di un’applicazione di uso quotidiano. Vale lo stesso per
gli algoritmi di controllo: nei nostri test, il Watch con le
funzionalità attive ha riportato sostanzialmente le stesse percentuali
di consumo energetico di un altro Watch (sempre serie 4), con uno scarto
a fine giornata di 1% di batteria: dopo una giornata di uso intenso uno
è arrivato a sera con il 34% di batteria residua, l’altro con il 33% e
tre Ecg eseguiti.
I big data dentro di noi
Con l’Apple Watch 4 e l’app Ecg, è sempre più chiaro come il nostro futuro tecnologico passerà dentro di noi. La quantità di dati che il nostro corpo può trasmettere a dispositivi in gradi di analizzarli è senza fine, e contribuirà in maniera determinante a ridefinire i modelli di vita personali e come le strutture sanitarie potranno occuparsi al meglio di ogni singolo paziente. Il mercato dei dispositivi mobili – smartphone e tablet – per il momento lavora su miglioramenti incrementali, di funzioni e prestazioni. Il vero salto in avanti queste tecnologie lo faranno adattandosi di più a chi siamo e come siamo, piuttosto che a come le usiamo. Il settore della salute è prioritario per Apple, e in questa direzione l’azienda di Cupertino ha staccato gli altri grandi nomi della Silicon Valley in modo netto per offerta hardware (il Watch 4) e l’infrastruttura software (iOS, WatchOS e il framework Salute). Le parole di Cook sono chiare, “La salute è una priorità” per la casa della Mela. In questo senso l’Apple Watch è quello che si dice un “game changer”, uno di quei prodotti che cambiano il mercato e lo portano altrove. E’ importante per Apple quanto lo fu il primo iPhone, ma al di là degli aspetti commerciali e degli asset di prodotto, quello che appare evidente dall’utilizzo di questa specifica app e del Watch, è che il fronte della tecnologia medica personale è tra i più importanti vettori di innovazione attuali. Per gli utenti invece un’altra priorità altrettanto rilevante è la privacy. In questo senso, Apple ha una policy per cui ogni tipo di dato sensibile e quindi anche quelli sulla salute rimane criptato e indecifrabile all’interno dei dispositivi, e di iCloud se si sceglie di utilizzare questo servizio. I dati sono inaccessibili anche all’azienda stessa e possono essere resi in chiaro solo dall’intervento dell’utente e dal riconoscimento tramite codice, Touch ID o Face ID.
Lo scenario. E’ facile immaginare che tra qualche anno, probabilmente meno di quanto possiamo pensare, future generazioni di Apple Watch e di altri “wearable” potranno monitorare ancora più profondamente la nostra fisiologia, sapranno farci dei check up, chiamare soccorsi o aggiornare i medici curanti sulle nostre condizioni, in tempo reale. Già oggi tra monitoraggio del cuore, dei cicli di sonno, del glucosio, del peso e di altri elementi sanitari di base, è possibile portarsi al polso e in tasca una cartella clinica costantemente aggiornata. L’arrivo delle connessioni mobili 5G aiuterà questo percorso che è in tutto e per tutto una rivoluzione, con l’intelligenza artificiale che porterà ancora più dettaglio ed accuratezza nelle misurazioni. Un percorso che inizia oggi dal nostro cuore, che farà battere anche quello delle tecnologie di domani.
REP.IT
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