Esperti software, insegnanti di lingue, saldatori specializzati: ecco le professioni più difficili da trovare
Meccanici e montatori apparecchi ind. termici, idraulici e di condiz.53,426,725,8
Ingegneri energetici e meccanici52,434,914,3
Operatori delle attività poligrafiche di pre-stampa51,444,96,6
Agenti immobiliari51,433,613,2
Ingegneri elettrotecnici51,140,410,7
Specialisti nei rapporti con il mercato50,916,529,7
Pellicciai, modellatori di pellicceria e professioni assimilate50,531,517,4
Rappresentanti di commercio5023,414,7
Tecnici meccanici49,925,322,6
Operai addetti macchinari confezioni abbigliamento in stoffa e assim.49,822,622,8
Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai49,821,125,8
Disegnatori industriali e professioni assimilate49,525,522
Addetti alle agenzie di pompe funebri49,419,218,2
Stampatori offset e alla rotativa49,238,79,5
Approvvigionatori e responsabili acquisti48,726,322,2
Ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali47,929,613
Operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali47,425,418,4
Specialisti in contabilità e problemi finanziari47,437,59,1
Addetti sportelli esazione imposte e contributi e recupero crediti47,322,824,5 Grafico: Raffaele Ricciardi Fonte: Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior
Sono queste le professioni più difficili da trovare, per come emergono dal Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere a Anpal, presentato oggi a Roma. Un documento che mette ancora in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese dell’industria e dei servizi e l’offerta presente sul mercato. “Un disallineamento – dice il Rapporto – che nel 2018 ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017”.
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Paradossalmente, laddove il mercato produttivo è più efficiente e competitivo emergono le lacune sul lato dell’offerta di lavoro. Ecco allora che è al Nord che si fatica a trovare addetti. “Anche al Sud, però, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Nord, le difficoltà di reperimento riguardano comunque circa un lavoratore su cinque, e anzi per alcuni gruppi professionali sono maggiori nel Mezzogiorno che in altre zone del paese”.
Altra annotazione: a soffrire sono maggiormente i giovani, tra i quali
la difficoltà di reperimento media sale al 28% con punte del 62% per gli
specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i
tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del
43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.
Più si sale lungo la ‘piramide degli inquadramenti’, maggiore è la difficoltà di trovare in tempi rapidi dei profili che soddisfino i requisiti dei cacciatori di teste. Infatti, tra i dirigenti, nelle professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione e nelle professioni tecniche la quota percentuale di difficile reperimento è sopra la media e oscilla tra il 50 e il 37,5 per cento.
Detto delle difficoltà a trovare dipendenti, il Rapporto indaga anche quel che vogliono le aziende. Per il 2018, le imprese dell’industria e dei servizi hanno programmato circa 4.554.000 entrate, in aumento dell’11% rispetto al 2017 e sono andate maggiormente in caccia di profili qualificati, con competenze digitali e green. L’esperienza paga: maggiore la richiesta di un lavoro pregresso, che nel 2018 si attesta al 67,2%, in aumento di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente.
REP.IT
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