Il Pd vuole imbarcare un violento No Tav. L’ira di Chiamparino

Nel frattempo, dall’Unione europea arriva la conferma di ciò che proprio Chiamparino aveva anticipato mesi fa, ossia la disponibilità ad aumentare i finanziamenti comunitari per la Tav dal 40 al 50%. Ma il governo tiene tutto bloccato, e Salvini prova a scaricare la colpa del mancato referendum sul governatore Pd: «Se vuole il referendum se lo convochi». Peccato, spiega Chiamparino, che il Viminale si sia opposto a tenere la consultazione insieme alle elezioni, onde ridurre i costi e aumentare la partecipazione: niet.

Nel frattempo il governatore Pd ha gatte da pelare anche in casa: nel suo partito c’è chi ha avuto la bella idea di proporre la candidatura nella lista civica-Dem di Bussoleno, in val di Susa, di un noto esponente No Tav di Askatasuna, covo dei boicottatori violenti dell’opera. Notizia che ha portato alla clamorosa rottura con l’assessore regionale pro Tav Antonio Ferrentino, che ha annunciato che, di fronte agli sbandamenti del Pd, non ha intenzione di ricandidarsi. La reazione di Chiamparino allo strappo è un duro ultimatum al proprio partito e al suo nuovo segretario: «Se il Pd, a livello amministrativo locale, tratta posizioni in lista con persone non solo dalle convinzioni No Tav, ma addirittura con ruolo di spicco in un noto centro sociale del movimento antagonista alla Torino-Lione, si lancia agli elettori un messaggio di confusione per me inaccettabile. Sarebbe la classica goccia che fa traboccare il vaso. È bene che gli organi dirigenti chiariscano».

IL GIORNALE

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