Revenge porn, no all’emendamento La rivolta delle deputate di Pd e Fi

In prima fila in questa battaglia le donne: Maria Elena Boschi, Alessia Morani, Alessia Rotta, Patrizia Prestipino, Laura Boldrini, Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, Micaela Biancofiore, Iole Santelli, tanto per fare solo alcuni nomi. Ma i grillini sbarrano il passo a questa richiesta. I Cinque Stelle hanno una loro proposta di legge in materia al Senato e vogliono procedere con quella. Tanto che fanno intervenire su Facebook, dopo giorni e giorni di silenzio, Giulia Sarti, le cui foto e filmati hard sono stati diffusi sul web. La deputata si esprime contro l’emendamento: «Non basta». E il governo per bloccare la discussione decide per lo stralcio. Ma in serata, dopo le polemiche, Luigi Di Maio corregge il tiro: «Martedì si deve votare l’emendamento».

Durissime le opposizioni. Boschi è scatenata: «I Cinque Stelle sono contrari all’emendamento perché vogliono intestarsi la legge del Senato, mai visto tanto cinismo giocato sulla pelle delle vittime». Alessia Morani propone di inserire pari pari il testo della legge grillina del Senato in un emendamento. Vuole scoprire «il gioco» dei Cinque Stelle. Che rifiutano anche questa ipotesi.

Giulia Bongiorno, che l’altro ieri in un’intervista al Messaggeroaveva alzato il vessillo della castrazione chimica, non è in aula. Le donne dell’opposizione lo notano. «Che fine ha fatto? Ha o no a cuore il problema della violenza sulle donne?», si chiedono Boschi e Prestigiacomo.

In aula l’atmosfera si fa incandescente. Prestigiacomo, seguita da altre deputate di Forza Italia, tenta l’assalto ai banchi del governo ma viene fermata dai commessi. Però ormai ha acceso la miccia: le sue colleghe di partito, prima, le parlamentari del Pd, poi, e infine quelle delle altre opposizioni, si schierano davanti ai banchi del governo. Fico non riesce più a gestire l’aula e preferisce sospendere la seduta e convocare d’urgenza la riunione che certificherà lo slittamento della legge.

Su un campo dove i partiti si scontrano con la mente alle Europee, resta lo sconforto di Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si è suicidata dopo la diffusione di alcuni suoi video sul web: «Mia figlia — dice — vuole quella verità e quella giustizia che le sono state negate in vita». La politica sarà in grado di soddisfare la sua richiesta?

CORRIERE.IT

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