Schiaffo del regime a Guaidó, revocata la carica di presidente del Parlamento

marco bresolin, emiliano guanella strasburgo – san paolo

Il governo di Nicolas Maduro esce dall’angolo e lancia la controffensiva contro l’opposizione venezuelana, con una decisione che punta a mettere fuori gioco il suo avversario diretto, l’«altro presidente», Juan Guaidó. La «Contraloria general», una specie di Corte dei conti istituita dal chavismo, ha interdetto alla vita politica per 15 anni il presidente designato dal Parlamento, come risultato di un’inchiesta interna su presunti delitti di natura fiscale; gli si contesta di non aver dichiarato i suoi beni e di non poter giustificare i suoi viaggi all’estero. Gli Usa reagiscono: «Sentenza ridicola».

Maggioranza divisa

Intanto, da Washington, il vicepremier italiano, Luigi Di Maio, annuncia: «Il nostro governo non riconosce Maduro» e in Venezuela «si deve andare a elezioni libere il prima possibile». Poco prima, il Parlamento europeo aveva ribadito «il riconoscimento di Juan Guaidó come legittimo presidente a interim del Venezuela» e invitato i Paesi che non lo hanno ancora riconosciuto «a farlo con urgenza». Tra questi c’è anche l’Italia. Eppure, tra i 310 eurodeputati che hanno votato a favore del testo ci sono anche i parlamentari della Lega, che evidentemente hanno voluto mandare un messaggio al loro governo. Confermano il loro voto contrario, invece, gli alleati del M5S.

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