Haftar lancia l’attacco su Tripoli: “Resa incondizionata o sarà guerra”. Gli aerei di al Serraj colpiscono il convoglio

«La sicurezza dei cittadini, i loro beni, i nostri ospiti stranieri di diverse nazionalità, i servizi e le installazioni della capitale sono sotto la vostra responsabilità», dice il generale nel messaggio ai suoi «eroi». L’appello di Haftar alle forze di difesa della capitale cade nel vuoto: il capo delle milizie di Tripoli replica in un messaggio alla tv libica che le sue forze sono «pronte» a «respingere qualsiasi attacco« del generale. Sarraj dichiara lo stato di emergenza mentre le unità antiterrorismo di Misurata sono pronte a presidiare le vie di accesso alla capitale e a intervenire in caso di necessità.

L’allarme della comunità internazionale

La vicenda ha messo in allarme tutta la comunità internazionale: Guterres ha esortato le fazioni libiche ad evitare un’escalation per consentire lo svolgimento della conferenza nazionale prevista fra dieci giorni a Ghadames. «Non ci può essere una conferenza nazionale in queste condizioni», ha detto il segretario generale nella punto stampa che era stato programmato proprio da Tripoli nel corso del suo viaggio nel Paese maghrebino. Viaggio che avrebbe dovuto proprio rilanciare gli sforzi del suo inviato, Ghassan Salame, a sostegno della «roadmap» per la stabilizzazione della Libia il cui passaggio chiave sarebbe stata la conferenza nazionale prevista a Ghadames dal 14 al 16 aprile.

L’Italia segue con apprensione gli sviluppi in Libia

Il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, a Washington per la ministeriale della Nato, segue con attenzione, in stretto contatto con l’Ambasciata a Tripoli, gli ultimi sviluppi in Libia. E si unisce al Segretario Generale dell’Onu, António Guterres, nel ricordare che «la via per la soluzione della crisi passa attraverso un dialogo inclusivo, costruttivo e responsabile fra tutte le componenti del Paese, nel primario interesse del popolo libico e di un’equilibrata stabilizzazione». L’Italia conferma il sostegno all’azione dell’Inviato Onu per la Libia, Salamé. Anche Matteo Salvini ha posto la questione alla riunione dei ministri dell’Interno del G7 a Parigi e ha sentito telefonicamente il vicepremier libico Ahmed Maitig. I timori di una escalation accomunano la comunità internazionale. «I governi di Francia, Italia, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti sono profondamente preoccupati per i combattimenti nei pressi di Garian, in Libia, ed esortano tutte le parti a ridurre immediatamente le tensioni che stanno ostacolando le prospettive di una mediazione politica dell’Onu», recita una dichiarazione congiunta. «Stiamo seguendo quello che succede e cercando di fare del nostro meglio per fornire buone soluzione al popolo libico e aumentare la stabilità del Paese», afferma il segretario di Stato americano Mike Pompeo nella conferenza stampa conclusiva del vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Washington. Mosca auspica che in Libia non si arrivi all’uso della forza. «Speriamo che questo tipo di scenario non si realizzi – ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova – Siamo consapevoli che la crisi sarà risolta con gli sforzi politico-diplomatici e negli ultimi anni ci siamo impegnati a tal fine».

LA STAMPA

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