Cnr: uso improprio dei fondi, sciopero bianco dei ricercatori
“Ma dai finanziamenti che ciascuno di noi si procura con progetti nazionali o europei, una parte consistente dovrebbe (anche sulla base delle ultime circolari) finire nelle disponibilità dei direttori dei vari istituti, che possono usarla anche per la manutenzione” spiega Katia D’Ambrosio, ricercatrice a Napoli. Si arriva a casi limite di prelievi del 50 per cento: metà dei soldi destinati alla ricerca dai progetti europei finiti per coprire qualche buco. Come è accaduto all’Isasi di Pozzuoli (Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti) dove c’è stato un prelievo d’ufficio su un progetto europeo, racconta D’Ambrosio, pari a circa la metà dell’importo incassato.
“Ben 284 mila euro usati per sanare debiti d’istituto, senza neanche avvisare la ricercatrice che è responsabile scientifico del progetto. La collega si è trovata, dall’oggi al domani, con solo metà della cifra a lei assegnata dall’Europa per condurre a termine una ricerca. E la ricerca non si può certo lasciarla a metà”. Nel cda del Cnr siede, in rappresentanza dei ricercatori, il napoletano Vito Mocella.
Ed è lui a spiegare che “lo sciopero bianco è frutto del gap esistente tra l’amministrazione e la realtà della ricerca: se per seguire un esperimento in laboratorio non posso attenermi all’orario di servizio imposto con le ultime circolari, ad esempio, con questa nostra forma di protesta contravvengo al dettato della circolare, ma mi attengo al contratto. E, soprattutto, non tradisco la mia missione di ricercatore”.
“Continuiamo a svolgere regolarmente le nostre attività, disattentendo però le norme illegittime previste dalle circolari. Ed andremo avanti sino a quando l’amministrazione centrale non le avrà ritirate”. Uno sciopero, dunque, che vuole ribadire il diritto costituzionale alla libertà della ricerca, “che non può essere vessata, tra l’altro, da disposizioni che cancellano la flessibilità dell’orario di lavoro e antepongono gli aspetti amministrativi alle esigenze dei ricercatori”.
Secondo Mocella l’amministrazione “è più interessata ai numeri del bilancio che ai risultati dell’attività scientifica. Ma anche sui numeri val la pena ricordare che con l’ultima Finanziaria abbiamo avuto 30 milioni in più. Quanto basta per eliminare tutti i prelievi dai finanziamenti destinati alla ricerca che provengono, lo ribadisco, non dal Cnr, ma da altri enti. E siamo noi ricercatori a procurarceli”.
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