La sceneggiata paga

La sceneggiata paga, eccome se paga. Ci dice Alessandra Ghisleri, l’infallibile, appena “lavorati” i dati dell’ultimo sondaggio, dopo il week in cui l’ostilità tra Di Maio e Salvini ha toccato la vetta dell’Olocausto: “Beh, sì, la Lega, che la settimana scorsa era attorno al 31 è cresciuta dello 0,5, ma la notizia è che i Cinque stelle, che erano tra il 19 e il 20, sono tra il 20 e il 21 mentre il Pd è sceso. Era tra il 20 e il 21, ora è tra il 19 e il 20”.

Effettivamente, è un dato significativo questo “sorpasso” dei Cinque Stelle nei confronti del Pd, dopo settimane in cui il trend sembrava, irreversibilmente, invertito: “È iniziata – sostiene la Ghisleri – un’azione di controffensiva di Di Maio, che evoca, con gli attacchi alla Lega, lo spirito del partito delle origini un po’ di machismo dopo i mesi accomodanti e funziona”. E questa controffensiva la paga il Pd, non la Lega. Dato che dice molto della politica italica di questi tempi, intesa come realtà e rappresentazione, anche se in costante lite con la storia e con la logica. Non si governa, con chi nega Auschwitz, si sarebbe detto una volta. E comunque non si governa con chi va a braccetto con chi nega Auschwitz, perché i valori fondamentali non sono negoziabili e il paese non avrebbe tollerato una convivenza basata sulla delegittimazione. Immaginate cosa accadrebbe in Germania, tanto per fare un esempio, se la Spd accusasse la Merkel, con le parole usate da Di Maio. I due contraenti del “contratto” alla tedesca sarebbero i primi a giudicare poco dignitoso proseguire la convivenza.

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