“Dall’Italia rischi per l’eurozona”. Anche l’Fmi taglia
paolo mastrolilli inviato a new york
La crescita italiana rallenta, scivolando sull’orlo della recessione, e i problemi del nostro paese sono «un possibile fattore scatenante» del contagio nell’eurozona e nel mondo. La frenata è globale, però in Italia è più forte e dipende da fattori specifici, che se non verranno affrontati aumenteranno i rischi per tutti. E’ il giudizio contenuto nel World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, presentato ieri a Washington in vista degli Spring Meetings in programma da venerdì.
Secondo le stime dell’Fmi sull’Italia, dopo lo +0,9% del 2018, il pil nel 2019 crescerà dello 0,1%, cioè 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio, e 0,9 in meno rispetto a quelle dell’ottobre 2018. Per il 2020, la crescita dovrebbe restare invariata a +0,9%. La revisione al ribasso è stata motivata dalla «debole domanda interna, mentre i rendimenti restano elevati».
Nel 2019 il debito pubblico salirà al 133,4%, dal 132,1% dell’anno scorso, mentre nel 2020 toccherà il 134,1% del pil, e nel 2024 il il 138,5%. Il deficit aumenterà al 2,7%, rispetto al 2,1% del 2018; nel 2020 salirà al 3,4% del pil, e nel 2024 al 3,8%.
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